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Confronto di questo aspetto con altri simili,
con qualcosa di molto strano su questo argomento
Si fa fatica a trovare nelle Memorie dei tempi
passati un aspetto in tutto simile a questa nuova luce
che si è fermata molti giorni negli stessi segni (zodiacali) del
cielo senza qualche movimento particolare abbastanza evidente e con una
così grande estensione soprattutto in larghezza e senza la comparsa
di qualche cometa che ne fosse l’origine.
Quello che c’è di più vicino
a quest’ultima circostanza e in quello della sua durata, della sua consistenza
e della sua direzione nella congiungente con il Sole, fu una che vidi a
Bologna, l’anno 1668, quando ebbi l’onore
d’essere chiamato in Francia su ordine di Sua Maestà all’Accademia
Reale delle Scienze. Era un sentiero di luce simile alla coda di una cometa
che occupava lo spazio di 30 gradi in lunghezza e un po’ più di
1 grado in larghezza.
L’osservai il 10 marzo uscire dalle nuvole
che erano all’orizzonte e che nascondevano la costellazione del Ceto
o della Balena,
mentre si dirigeva dal lato di oriente verso il piede di Orione, e dal
lato di occidente verso il luogo del Sole. La sua longitudine era in rapporto
con i segni dell’Ariete e del Toro, come questa, ma essa aveva una grande
latitudine australe e cambiava posizione tra le stelle fisse, con un movimento
particolare verso l’oriente e verso il settentrione, con il quale si avvicinava
di un giorno all’altro della costellazione di Orione. Rimase visibile fino
al 19 marzo e durante questo spazio di 9 giorni passò fra diverse
stelle fisse dell’Eridano di cui non impediva la vista.
Altri hanno veduto altrove lo stesso fenomeno ...
Il signor Chardin nel suo libro sull’incoronazione
di Solimano Re di Persia riporta che questa stessa manifestazione dell’anno
1668 fu osservata nella capitale di una delle Province della Persia
il 7 marzo, che era il secondo giorno
della sua comparsa e ad Ispahal capitale del regno il 10 marzo alle 7 del
pomeriggio.
Appariva nella zona australe e seguiva il primo
mobile, era lunga 30 gradi e 32 minuti,
la qual cosa concorda con la nostra osservazione, ed era larga quasi dappertutto
ugualmente 6 gradi, 4 volte di più di quella che mi apparve a Bologna,
dove vi furono tuttavia persone che la stimarono più larga; ma la
sua larghezza era difficile da determinare perché all’estremità
era debole e si dissolveva insensibilmente. Aggiunge che la sua parte più
elevata era verso la Cintura di Orione e il fiume Eridano.
Secondo me l’Eridano, la Cintura di Orione essendo
molto più Settentrionale e occidentale.
La longitudine che gli dà di 72 gradi e la latitudine dell’eclittica
di 3 gradi non concordano più con questa posizione.
Aggiunge che la sua estremità inferiore
era il Ceto o
l’ansa di Eridano,
il che concorda precisamente con la mia osservazione che la pone dove il
ventre del Ceto tocca l’ansa di Eridano, senza aver rispetto per la longitudine
e la latitudine che egli dà a questa estremità, nella quale
apparentemente c’è un errore di numeri. Egli dice che i persiani
la chiamano Niazach, cioè piccola lancia, per il fatto che ne ha
la forma. Dicevano di non aver mai visto né sentito parlare d’un
fenomeno simile, sebbene la si giudicasse una cometa la cui testa era nascosta
nell’occidente, in modo che non se ne poteva vedere nulla su quell’orizzonte.
Ipotesi del Cassini ...
Ma io dimostrai in quell’occasione che questo
fenomeno aveva un rapporto notevole con qualcos’altro di simile che era
apparso duemila anni prima di questo,
cioè quello che Carimandro
in rapporto a Seneca libro 7 delle Questioni
Naturali (Naturales
Quaestiones) dice che era stato osservato
da Anassagora
e che consisteva in una grande e straordinaria luce che apparve per
molti giorni, della grandezza di una grande trave e a quella che lo stesso
autore dice che sia stata osservata da Callistene
in forma di un fuoco esteso per lungo, prima che le due grandi città
dell'Acaia, Elice e Bure,
fossero sommerse nel mare per un terremoto e che secondo Aristotele era
una cometa che all'inizio non la sembrava affatto, a causa del grande incendio,
ma che fu vista nella fuga del tempo quando il Sole
diminuì.
Questo filosofo al 6° capitolo del 1°
libro delle Meteore parlando di quel fenomeno
che fu osservato nel cielo verso il tempo del terremoto e dell'inondazione
che giunse in Acaia, lo chiama ora grande
Cometa, ora grande Astro ed egli dice
che apparve all'occidente equinoziale, come è sembrato al Nostro,
e dopo molte altre storie e annotazioni su simili fenomeni, aggiunge che
il grande Astro di cui aveva parlato precedentemente, apparve in inverno
al tempo di gelate molto sereno di sera, l'anno in cui Aristeo era arconte
di Atene, che il primo giorno non apparve affatto, essendo tramontato prima
il Sole;
che il giorno seguente apparve un po' perché restò un po'
indietro e tramontò dopo; che la luce si estendeva fino alla terza
parte del cielo in forma d'una traccia; che perciò fu chiamato Sentiero,
che salì fino alla Cintura di Orione dove si dissolse, cosa che
successe anche press'a poco al sentiero di luce dell'anno 1668.
Seneca che
prende questa apparizione per una cometa, tratta da bugiardo e da impostore
Eforo
che aveva detto che essa si divise in due stelle, la qual cosa era stata
avanzata solo da lui, benché fosse stata osservata da tutta la terra
e considerata come un presagio della sommersione di quelle due città.
Benché dunque l'apparizione della sua grande
luce fosse certa e autorizzata dalla testimonianza di tutti gli osservatori,
non si restò d'accordo sulla determinazione della sua specie, come
è giunta anche nella manifestazione del nostro tempo.
C'è qualche altra Memoria di comete ambigue
di cui non si vede che una gran luce, come quella che fu osservata dopo
il 10 fino al 29 novembre dell'anno 1618, nella zona australe del cielo,
verso la costellazione dell'Idra, prima dell'apparizione della grande cometa
che apparve nella zona boreale sul finire dello steso mese e durò
fino alla fine di gennaio dell'anno 1619. |