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Perinaldo
culla degli astronomi
Cassini e Maraldi
alla corte di Francia del Re Sole
da “Realtà Liguria” – Anno XXVIII – marzo/aprile 2012
ASDAI Liguria – Associazione Sindacale Dirigenti
di Aziende Industriali – Liguria
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« Luigi XIV, come ogni mattina, alle ore 7,30, era destato dal
suo valletto personale - abituato a dormire in terra ai piedi del letto a
baldacchino - mentre ad assistere al suo risveglio, abluzioni, vestizione,
evacuamento era il privilegio riservato a pochi intimi che entravano nella
camera ad assistere al piccolo risveglio, intanto che fuori della porta si
accalcavano altre decine di persone di corte per incontrarlo subito dopo.
Seduto sulla seggetta, nel tempo in cui si liberava di corpo, si abbozzavano
intanto, con i testimoni presenti, linee di politica, di economia, di scienza
interessanti tutto il regno.
Come un ossimoro, la fame del
popolo alimentava l'espansione della Francia e le sue guerre. I nobili e il
clero erano esclusi dalle tasse e dalla consegna forzosa dei raccolti. La
fama imperitura di Luigi sarà però assicurata da Versailles, dal Louvre,
dallo “Observatoire” di Parigi e non dal numero dei sudditi morti per fame o
in battaglia. Erano esclusi dalle cerimonie mattutine gli astronomi; non
perché non meritassero tali favori, ma esentati, poiché essi trascorrevano le
notti a scrutare il cielo, disegnando mappe celesti e terrene per la maggior
gloria e potere del Re Sole: su tutti quegli scienziati emergeva Gian
Domenico Cassini il “genuensis” (anche se genovese non era), come egli amava
nominarsi … »
Notizie biografiche
« Cassini
nacque a Perinaldo, vicino a Vallecrosia, tra Bordighera e Ventimiglia,
l'otto giugno 1625. Paese conteso duramente tra la Repubblica genovese e il
Ducato di Savoia. Giacomo, il padre, era un proprietario di terre e la madre,
Tullia Crovese, apparteneva ad una ricca famiglia di notai. Dopo le nozioni
elementari apprese da uno zio materno e alla scuola di padre Giovanni
Francesco Aprosio nel vicino borgo di Vallebona, a tredici anni, fu mandato a
completare gli studi nel collegio dei Gesuiti in Via Balbi a Genova, ove ora
è l'Università, dove rimase dal 1638 al 1642. La sua vivacità intellettuale
comprovata negli studi della filosofia, teologia e matematica e, soprattutto
dell'astronomia, gli valse l'apprezzamento e la guida di Gian Battista
Baliani, autore di opere di fisica e matematica, in contatto epistolare con
Galilei, nobile senatore e uno dei realizzatori dell'ultima cerchia muraria
di Genova.
Al Cassini, dopo essersi
occupato dell'osservatorio privato a Panzano, nel modenese, del senatore
della città di Bologna, Cornelio Malvasia - generale delle milizie del Duca
di Modena, interessato all'Astrologia e all’Astronomia - nel 1650, a soli
venticinque anni, venne affidata la cattedra di astronomia dell’Università di
Bologna, ciò a seguilo della scomparsa del padre dell'ordine dei gesuati (non gesuiti, ordine mendicante soppresso da papa
Clemente IX nel 1668) Bonaventura Francesco Cavalieri (amico di Galileo),
co-inventore del calcolo infinitesimale e al quale è dedicato il cratere
lunare Cavalerius … »
Cavalerius & Hevelius
Cratere Cavalerius – a
soli venticinque anni, venne affidata la cattedra di astronomia
dell’Università di Bologna
L’Ateneo Bolognese “Alma
Mater Studiorum”
Università di Bologna – Nel
165, a soli venticinque anni, gli venne affidata qui la cattedra di
Astronomia.
La cometa del 1652-1653
« Nel
1652, il transito di una grande cometa, diede occasione a Cassini di compiere
studi approfonditi su questo fenomeno che erroneamente Galileo riteneva fosse
costituito da corpi gassosi della Terra, mentre il gesuita Padre Ricci aveva
formulato l'ipotesi giusta, che fossero cioè corpi del sistema solare.
Cassini calcolò l'orbita della
cometa e pubblicò il suo primo trattato di astronomia, dedicato al Duca di Modena:
"De cometa anni MDCLII et MDCLIII, Jo. Dominicus Cassinus Genuensis'
… »
« Insieme al Malvasia osservò la cometa
apparsa verso la fine del 1652, sulla quale pubblicò De cometa anni 1652 et 1653,
Mutinae 1653; in quest'opera, dedicata al duca di Modena, il C. sostiene
che le comete sono fortuite generazioni dovute all'ammassarsi di esalazioni
della Terra e degli astri, dotate della stessa regolarità di percorso degli
astri e quindi riconducibili alle leggi di quelli, anche riguardo all'età
della loro formazione. Ma più tardi, dopo ulteriori ricerche, suppose che il
movimento di una cometa avvenisse su una linea assai eccentrica alla Terra,
tanto da essere visibile solo in prossimità del suo perigeo. » (1)
(1) credit: Enciclopedia
Treccani
La cometa del
1652-1653
Quando il Cassini scrive
questo testo ha 28 anni, mostra ancora acerbità, non avendo recepito la
lezione di Tycho Brahe che
già, col metodo della parallasse, aveva stabilito che quei fenomeni
avvenivano ben oltre la Luna ( quindi, non sub-lunari ). Le sue effemeridi tuttavia permetteranno la determinazione
dell'orbita della cometa, e allora tutto si chiarirà.
« Il globo terrestre è circondato da una
parte più tenue, dove nulla, né per luce, né per forma, può essere assimilato
alla realtà delle stelle siderali, vere, pure, eterne, ma è costituito da
maggiori o minori densità ( e.g.
nubi ). Le formazioni
più dense possono essere rivelate dalla nostra vista, le più tenui invece,
pur essendo poste davanti alle stelle, librate nell’aria, possono essere a
mala pena distinte.
Da lungo tempo le
osservazioni astronomiche delle macchie e delle facole del Sole, la loro
apparenza multiforme, la rapidità di variazione, l’aumento e la diminuzione
delle dimensioni, con un comportamento simile alle nubi della nostra
atmosfera, hanno convinto gli astronomi che si debba trattare di esalazioni
di vapori nella sfera del Sole.
Come pure quelle della
Luna, che rifrangendosi nella sua atmosfera, aumentano di dimensione. Anche i
satelliti di Giove, quando dallo spazio siderale gli si avvicinano, aumentano
la magnitudine percepita, proprio come tutte le stelle quando si approssimano
all’orizzonte terrestre ( e.g. Fata Morgana ). Allo stesso modo si comporta l’atmosfera di Giove. … » (2)
(2) credit: Giovanni Domenico
Cassini – De Cometa - 1653
La cometa del
1652-1653
Conti alla mano, la cometa
viaggia intorno ai 7,5° (gradi) al giorno – tanto per capire – Mercurio ha un
moto medio di 4,09° al giorno, ciò significa che la cometa del Cassini è
transitata attorno al Sole ad una distanza ben inferiore a quella del pianeta
più interno.
L'Eliometro di San
Petronio a Bologna
« Fu poi
incaricato di restaurare, nella Basilica di San Petronio costruita dal frate domenicano
Egnazio Danti un secolo prima, la meridiana costituita da un foro nel tetto
della Basilica, posto in direzione Sud, attraverso il quale entrano i raggi
solari quando è esattamente il mezzogiorno astronomico; raggi che illuminano
punti diversi (variabili ogni giorno, in funzione della diversa altezza del
Sole sull'orizzonte) su di una linea metallica, lunga oltre 67 metri,
adagiata obliquamente sul pavimento. Cassini la chiamò eliometro anziché
meridiana e con questo formidabile strumento "certificò" la diversa
distanza del Sole dalla Terra, la ellitticità dell'orbita terrestre e la
variazione della inclinazione dell'asse della Terra. Così, grazie a Cassini,
quella verità sul moto della Terra attorno al Sole, ipotizzato nel Secolo III
a.C. da Aristarco di Samo e poi da Copernico, sostenuto da Galileo, venne
portata alla conoscenza del mondo scientifico.
Il 26 novembre 1655, Cassini
donò il primo disegno della meridiana alla Regina Cristina di Svezia - già
segretamente convertitasi al Cattolicesimo, grazie ai Gesuiti e abdicando al trono a favore
del cugino Carlo Gustavo - che sostò a Bologna, durante il lungo viaggio da
Stoccolma a Roma (ospite del papa Alessandro VII). Cassini, con l'incarico di
Pubblico Matematico dovette interessarsi della complessa situazione
idrogeologica della pianura padana, solcata dal Po e dal Reno e dei disagi
delle popolazioni colpite da inondazioni affrontando, in zone insalubri e
disagevoli, con la consueta pazienza, forza d'animo e capacità organizzativa,
un'esperienza che gli fu preziosa in seguito quando iniziò l'attività di
cartografo in Francia. Qualche anno più tardi, nel 1664, Cassini dedicò
ancora alla regina Cristina una nuova cometa osservata dai palazzi romani del
papa Alessandro VII (Fabio Chigi), presso il quale era spesso presente come
celebre astronomo, ingegnere pontificio e sovraintendente alle acque. »
L'Eliometro di San
Petronio a Bologna
La multiforme attività
e la chiamata a Parigi
« Negli
anni compresi tra il 1664 e il 1666, Cassini riprese gli studi di Galileo sui
satelliti di Giove e sulla rotazione di Marte, avvalendosi dei telescopi
costruiti da Giuseppe Campani di Castel San Felice (Spoleto). Nel 1667,
Cassini, mentre si interessava della sistemazione dei corsi d'acqua nella Val
di Chiana, compì importanti studi sul ciclo vitale degli insetti; invece,
nella sua residenza di Bologna, assieme a Geminiano Montanari (astronomo che
usava anche il pseudonimo Ottavio Finetti), compì esperimenti sulla
trasfusione del sangue, fino ad allora praticata su animali, sostituendo i
tubicini metallici con il calamo (da cui deriva il termine
"calamaio" anche per la scrittura) delle penne di gallina che, per
la sua trasparenza, consentiva la regolazione dell'afflusso del sangue.
La sua fama, tramite segnalazione
del ministro Jean Baptiste Colbert, giunse al Re di Francia e così, il 25
febbraio 1669, partì per Parigi, con il permesso del papa Clemente VII
(Giulio Rospigliosi), per un incarico provvisorio alla corte di Luigi XIV,
mantenendo incarico e stipendio nell'Università di Bologna, cui rinunziò
(senza che nessuno lo pretendesse) quando capì che la permanenza a Parigi
andava oltre le previsioni. »
Un telescopio di
Giuseppe Campani
L'attività e gli
affetti familiari
« Partito
da Bologna, sostò a Forte Urbano (vicino a Modena) dai Malvasia, poi proseguì
per Genova e Perinaldo, ove salutò i genitori e i suoi familiari e giunse a
Parigi il 4 aprile 1669.
Dopo aver abitato al Louvre,
nel 1671 Cassini si trasferì presso l'osservatorio e, coerentemente con il
suo metodo di lavoro, sistematico e organizzato, stabilì un disciplinare
contenente un programma di ricerche e di rilevamenti. Dotò l'osservatorio
degli strumenti più moderni come i cannocchiali costruiti da Campani ed
Eustachio Divini di San Severino Marche, celebri costruttori di lenti in
perenne rivalità fra di loro.
Iniziò la sua formidabile
attività astronomica osservando Saturno, scoprì nuovi satelliti di questo
pianeta e la divisione fra i suoi anelli, da allora chiamata "Divisione
del Cassini"; compilò accurate Effemeridi con le posizioni delle stelle
e dei satelliti di Giove. Tutti i dati astronomici gli permisero di
organizzare una rilevazione trigonometrica della Francia e dei territori
d'oltremare, opera che sarà portata avanti dai suoi successori.
Si sposò, quarantottenne, il
10 novembre 1673, dopo aver acquisito la nazionalità francese, con Géneviève
Delaistre, ventitreenne, figlia del Luogotenente generale di
Clermont-en-Beauvaisis e consigliere del re. Dall'unione nacquero i due
figli: Jean Baptiste che intraprese la carriera militare e perì nella
battaglia navale di Cap de La Hague e Jacques (18 febbraio 1677) che seguì le
orme del padre. In seguito, Cassini, acquistò un antico castello a Thury,
vicino a Clermont, contornato da terreni e boschi, che divenne la residenza
estiva della famiglia. »
Gli anelli di Saturno
La Luna e le famose
tre leggi
« Negli
anni successivi, fu totalmente assorbito dagli studi astronomici. Fino al 1679
studiò la Luna, pubblicandone in seguito una mappa che presentò nel 1679
all'Académie e che rimase ineguagliata per accuratezza e precisione fino
all'avvento della fotografia, nel XIX secolo. Le osservazioni micrometriche
gli consentirono di studiare le variazioni dell'orbita del nostro satellite:
questo lo portò ad elaborare quella che è considerata la prima teoria moderna
dei moti lunari.
In particolare, dalle sue ricerche dedicate allo studio delle
attrazioni mareali tra i pianeti e i loro satelliti - simili a quelle che si
esercitano tra Luna e Terra - presero spunto tre leggi espresse da
Cassini nel 1693 e la cui verifica è stata pubblicata recentemente su Icarus,
la più importante rivista internazionale di studi planetari. »
« Esse
sono tre regole empiriche che descrivono con precisione alcune proprietà
dell'orbita lunare:
- la Luna ruota
uniformemente attorno al proprio asse, una volta nello stesso tempo che
ci vuole a girare intorno alla Terra (risonanza 1:1
rotazione-rivoluzione)
- l'equatore della Luna
è inclinato di un angolo costante (circa 1° 32' d'arco) rispetto
all'eclittica, che è il piano dell'orbita della Terra intorno al Sole.
Questo piano ruota lentamente in senso orario in circa 18,6 anni.
- il nodo ascendente dell'orbita lunare coincide sempre con
il nodo discendente dell'equatore lunare (cioè giacciono nello stesso
punto = risonanza nodale). Con parole diverse la linea dei nodi giace
sull'intersezione equatore-eclittica.
» (3)
Pochi scienziati hanno avuto l'onore
di rimanere citati nella letteratura scientifica, a distanza di oltre 300
anni, per l'attualità delle loro ricerche e non solo per la loro importanza
storica, come è accaduto a Gian Domenico Cassini. Bepi
Colombo scrisse l'articolo “Cassini's second and third
laws” in cui descrive matematicamente le suddette, applicandole
anche al caso della Luna, ad un ipotetico satellite artificiale, a Mercurio,
al satellite Giapeto
(3) liberamente tratto da
“Britannica Online Encyclopedia”
Il posizionamento reciproco
Terra-Luna
image
credit: “The New Solar System” - Beatty, Petersen, Chaikin – Cambridge
University Press
L'asse di rotazione della
Luna è sostanzialmente verticale, ciò rende possibili, ai poli, crateri in
ombra permanente, dove l'impatto di LCROSS (Lunar Crater Observation and
Sensing Satellite) sul fondo di Cabeus, ha dimostrato la presenza di
ghiaccio, anche se non abbondantissimo. Il piano orbitale della Luna non
combacia né con l'eclittica, né col piano equatoriale terrestre, questo fa pensare
ad eventuali processi dinamici, ai tempi dell'origine del sistema, che hanno
perturbato le relazioni orbitali.
La terza legge di
Cassini con un disegno
image
credit: Pighin .
L'asse di rotazione della Luna
passa per C – la perpendicolare al piano Terra-Sole passa per Z – la
perpendicolare al piano orbitale Terra-Luna passa per P ----- questi tre
punti, che immaginiamo proiettati nel cielo, sono sempre allineati, cioè, in
coordinate sferiche, stanno su un cerchio massimo della Sfera Celeste.
La luce zodiacale.
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image credit: EathSky
« Nel
1683 scoprì le cause del fenomeno della luce zodiacale, un segno di
riflessione e diffusione della luce solare. Determinò che il fenomeno era causato
dalle polveri interplanetarie sparse sul piano dell'eclittica, riconoscendo
la sua origine cosmica e non meteorologica. L'anno successivo (il 21 Marzo
1684) scoprì altri due satelliti di Saturno: Teti e Dione. »
La cerchia degli amici
e dei familiari
« Nel
1672 le milizie genovesi e savoiarde si erano affrontate sanguinosamente e a
Perinaldo, del Marchesato di Dolceacqua suddito dei Savoia, si era scatenata
la furia delle soldatesche genovesi vincenti, costringendo alla fuga gli
abitanti dopo i saccheggi e la distruzione delle case. Cassini non aveva
dimenticato il suo luogo di nascita e la sua famiglia; infatti li ospitò a
Nizza sotto la sua protezione. In tutto erano otto persone: la nonna Tullia
Cassini, le figlie Francesca ancora nubile, sua sorella Angela Caterina
insieme al suo sposo Francesco Maraldi e i loro figli il maggiore del quale
era Giacomo Filippo di sette anni. Gian Domenico chiese aiuto al ministro
Colbert e a Luigi XIV: le lettere inviate a Genova dal Re e dal suo Ministro,
gentili e minacciose al contempo, fecero sì che i genovesi scesero a più miti
consigli così che i nostri poterono rientrare in Perinaldo.
La sorella di Cassini, Angela
Caterina era sposata (8 novembre 1663) con Giovanni Francesco Maraldi di
Candeasco della Signoria del Maro, borgo a 15 chilometri da Oneglia.
Cassini dettò la sua
autobiografia, che fu pubblicata nel 1710. Morì a Parigi il 14 settembre
1712, a ottantasette anni e fu sepolto nella chiesa di Saint Jacques du
Hautpas, con una semplicissima lapide “J.D. Cassini – Astronome”. Dopo la sua
morte, nipote e figlio, continuavano nelle osservazioni astronomiche e nei
rilevamenti geodetici per completare il grande progetto cartografico del
ministro Colbert. »
Amici e familiari
« I Maraldi erano architetti
e capomastri di grande abilità apprezzati in tutta la Liguria, specie a
ponente.
Il primo degli otto figli, Giacomo
Filippo, nacque il 21 aprile 1665, e a sette anni era già un rifugiato in
Francia, dove completò i suoi studi dei quali non si conosce molto, salvo la
predilezione per le discipline matematiche.
A ventidue anni, nel 1687, il
celebre zio già ultrasessantenne - e del quale aveva un'ammirazione infinita
- lo chiamò a Parigi presso di sé divenendone un valido e infaticabile
collaboratore. In Francia, dove fu trattato con il rango ed il titolo di
"écuyer" (scudiero) attribuito ai nobili non titolati, approfondì
la conoscenza dell'astronomia cartesiana (allora in voga), dei tourbillons
secondo cui l'universo conteneva un sottile fluido, consistente in una
polvere impercettibile, prodotto dal contatto tra le particelle; tale fluido
ruotava in vortici (vortices, tourbillons) intorno al Sole e,
naturalmente, nella stessa maniera intorno a tutte le altre stelle. Tale
teoria fu poi contrastata da Isaac Newton che pose i fondamenti della scienza
moderna con la gravitazione universale (insieme alle tre famose leggi sul
moto - inerzia, variazione, azione-reazione -), che spiega i moti celesti, le maree e la gravità terrestre.
Ammesso all'Accademia delle
Scienze, dal 1701 al 1728 pubblicò ben 112 memorie, apparse in maggior parte
nei resoconti dell'Ateneo. Esse abbracciano non solo l'astronomia e la
meteorologia, ma anche la fisica e la storia naturale. Interessante un suo
studio sulla vita e i costumi delle api. Importanti, nel campo astronomico,
le osservazioni compiute, nel 1708, sulla così detta «macchia rossa» di
Giove, scoperta precedentemente da Cassini, e sulla divisione dell'anello di
Saturno.
Il lavoro cui attese tutta la
vita impegnandosi intensamente, anche a scapito della salute, fu il catalogo
delle stelle fisse, ben più completo e preciso del "Coelum Stellarum"
compilato dal bavarese Giovanni Bayer e fino allora pressoché unico in uso,
tuttavia, dopo quarat’anni di osservazioni notturne non riuscì a completare
l'opera per il sopraggiungere della morte. Quando, il 12 e 17 maggio 1717,
(Cassini era scomparso cinque anni prima) lo zar Pietro il Grande visitò
l'Observatoire, fu il Maraldi a fargli conoscere le più importanti scoperte
astronomiche ivi compiute. »
Gli amici.
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« Il
primo degli otto figli, Giacomo Filippo Maraldi,
nacque il 21 aprile 1665, e a sette anni era già un rifugiato in Francia,
dove completò i suoi studi dei quali non si conosce molto, salvo la predilezione
per le discipline matematiche ... »
Amici e familiari – i
Maraldi
« Immenso
il lavoro eseguito dall'infaticabile astronomo italiano, il suo nome inoltre
appartiene alla storia della scienza per aver egli accertata la natura solare
e non lunare dell'anello luminoso che circonda il disco oscuro della Luna
durante le eclissi del Sole, perché la corona non accompagna la Luna nel suo
passaggio, ma ne è attraversata.
Per incarico dello zio partirà
alla volta di Roma, accolto con tutti gli onori da papa Clemente XI (Giovanni
Francesco Albani) e coinvolto in alcuni progetti non realizzati, come la
riforma del calendario gregoriano, e in altri, come la progettazione e la
costruzione, in collaborazione con l'astronomo Francesco Bianchini, della
meridiana della basilica di S. Maria degli Angeli, che suscitarono
l'ammirazione dei contemporanei e sono da annoverare tra gli studi e gli
strumenti astronomici ci più precisi tra quelli allora disponibili. Giacomo
Filippo era anche noto per i suoi lavori in matematica: nel 1712 dichiarava
che l'angolo interno di un dodecaedro, conosciuto come l'angolo Maraldi, era
109°28'. Un cratere e un'altura sulla Luna sono denominati Maraldi.
Lo zio, condannato alla cecità
nei suoi ultimi anni, trovava nel figlio Jacques e nel nipote Giacomo Filippo
un valido sostegno con i quali s'intratteneva in lunghe conversazioni
scientifiche. Maraldi, in particolare, si addossò il maggiore impegno
nell'assistenza del malato il quale, grazie a lui, poté mantenere i contatti
con gli astronomie amici italiani: una fitta corrispondenza intercorre con il
marchese genovese Paride Maria Salvago che ha una specola nel suo palazzo di
Carbonara.
Maraldi, solitario e severo,
non si sposò riversando l'affetto sui nipoti e mantenendo contatti epistolari
intensi con il Salvago che gli invierà, da Genova, gustosi pasticcini che
però non potrà gustare. Infatti, fu afflitto, per lungo tempo, da violenti
dolori allo stomaco che lo costrinsero a diete drastiche e lo portarono a
morte il primo dicembre del 1729. » Mario Agnese
Ringraziamenti
« Si ringrazia il Sindaco di Perinaldo, Francesco Guglielmi
per la cortese accoglienza e le informazioni ricevute sull’argomento.
Grazie altresì ai libri di Anna Cassini ricchi di notizie
sulla vita e sulle opere degli astronomi dalle quali si è tratto, purtroppo
sinteticamente per ragioni di spazio, il presente articolo che, senza questi
preziosi aiuti, non avrebbe visto la luce. GRAZIE »
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Cassini ha rappresentato, durante la sua vita, il principale punto
di riferimento sia per l'astronomia che per altri campi scientifici. Molti
dei suoi studi furono determinanti per gli astronomi venuti dopo di lui. Tra
i vari, vanno ricordati Halley, che beneficiò dei lavori di Cassini per i
suoi lavori sulle orbite cometarie, e Olaus Römer,
astronomo danese, che per mezzo delle effemeridi di Cassini calcolate nel
1668 sui satelliti di Giove riuscì a dimostrare che la luce ha una velocità
finita e di stimarne un valore, nel 1675. La generazione dei Cassini si
estinse con Cassini IV. Tutti i suoi discendenti furono anch'essi scienziati
e osservatori astronomici. Nonostante il legame con la Francia, Cassini
stesso ricorda però il suo paese d'origine, del quale lui stesso scrisse:
“Se
quel tal Rainaldo de' Conti, di Ventimiglia non avesse costruito un castello
nel luogo che da lui si nominò Poggio di Rainaldo, e di poi Perinaldo il
borgo che seguì, esso borgo si saria ben potuto chiamare Poggio delle Stelle,
imperocché mai altrove ebbi ventura di mirare un siffatto firmamento ...”
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Perinaldo, originariamente Poggiorinaldo, deve il suo nome a
Rinaldo dei Conti di Ventimiglia che la fondò e la circondò di mura fra il XI
ed il XII secolo; nel 1625 il paese era sotto il dominio dei Doria, alleati
dei Savoia e, successivamente, diede i natali anche ad altri due astronomi:
al nipote del Cassini, Giacomo Filippo Maraldi ed al nipote di
quest’ultimo, Gian Domenico Maraldi.
Perinaldo,
città natale di Cassini
Perinaldo,
circondata da una magnifica corona di montagne innevate ... questi panorami
si manifestano a fronte di venti
di caduta caldi e secchi che nella zona delle Alpi sono detti “Favonio” ( Föhn in
tedesco [ˈføːn], Feun in piemontese ).
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