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La
cosmologia di Galilei in sintesi |
«...
SALV. Si
argomenta ne i tre pianeti superiori, Marte Giove e Saturno, dal trovarsi
sempre vicinissimi alla Terra quando sono all'opposizion del Sole, e lontanissimi
quando sono verso la congiunzione; e questo
avvicinamento ed allontanamento importa tanto, che Marte vicino si vede
ben 60 volte maggiore che quando è lontanissimo. Di
Venere poi e di Mercurio si ha certezza del rivolgersi intorno al Sole
dal non si allontanar mai molto da lui e dal vedersegli or sopra ed or
sotto, come la mutazion di figure in Venere
conclude necessariamente. Della Luna è
vero che ella non si può in verun modo separar dalla Terra,
per le ragioni che più distintamente nel progresso si produrranno.
SAGR. Io mi aspetto
d'aver a sentir cose ancor più meravigliose, dependenti da questo
movimento annuo della Terra, che non sono state le dependenti dalla conversione
diurna.
SALV. Voi non v'ingannate
punto: perchè, quanto all'operar il
moto diurno ne' corpi celesti, non fu nè potette esser altro che
il farci apparir l'universo precipitosamente scorrer in contrario; ma questo
moto annuo, mescolandosi con i moti particolari di tutti i pianeti, produce
moltissime stravaganze, le quali hanno fatto sin ora perder la scherma
a tutti i maggiori uomini del mondo. Ma ritornando
alle prime apprensioni generali, replico che il
centro delle celesti conversioni de i cinque pianeti, Saturno, Giove, Marte,
Venere e Mercurio, è il Sole; e sarà del moto della Terra
ancora, se ci succederà di metterla in cielo.
Quanto poi alla Luna, questa ha un moto circolare
intorno alla Terra, dalla quale (come ho già detto) in modo alcuno
non si può separare; ma non però resta ella d'andare intorno
al Sole insieme con la Terra co 'l movimento annuo.
[...] »
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Simplicio è
portato col ragionamento a disegnare il cosmo copernicano |
« [...]
SIMP. Io
non resto ancora ben capace di questa struttura; e forse co 'l farne un
poco di disegno s'intenderà meglio, e più agevolmente si
potrà discorrere intorno ad essa.
SALV. E così
sia: anzi, per vostra maggior sodisfazione e meraviglia insieme, voglio
che voi stesso la disegniate, e veggiate come, non credendo d'intenderla,
ottimamente la capite; e solo co 'l risponder alle mie interrogazioni la
descriverrete puntualmente. Pigliate dunque un foglio e le seste: e sia
questa carta bianca l'immensa espansione dell'universo, nella quale voi
avete a distribuire ed ordinar le sue parti conforme a che la ragione vi
detterà. E prima, essendo che senza
mio insegnamento voi tenete per fermo la Terra esser collocata in questo
universo, però notate un punto a vostro beneplacito, intorno al
quale voi intendete ella esser collocata, e contrassegnatelo con qualche
carattere.
SIMP. Sia
questo, segnato A, il luogo del globo terrestre.
SALV. Bene sta. So,
secondariamente, che voi sapete benissimo che essa Terra non è dentro
al corpo solare, nè meno a quello contigua, ma per certo spazio
distante; e però assegnate al Sole qual altro luogo più vi
piace, remoto dalla Terra a vostro beneplacito, e questo ancora contrassegnate.
SIMP. Ecco
fatto: sia il luogo del corpo solare questo, segnato
O. |
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Simplicio posiziona
i pianeti inferiori |
SALV.
Stabiliti questi due, voglio che pensiamo
di accomodar il corpo di Venere in tal maniera, che lo stato e movimento
suo possa sodisfar a ciò che di essi ci mostrano le sensate apparenze;
e però riducetevi a memoria quello che, o per i discorsi passati
o per vostre proprie osservazioni, avete compreso accadere in tale stella;
e poi assegnatele quello stato che vi parrà convenirsele.
SIMP. Posto che sieno
vere le apparenze narrate da voi, e che ho lette ancora nel libretto delle
conclusioni, cioè che tale stella non si discosti mai dal Sole oltre
a certo determinato intervallo di 40 e tanti gradi, sì che ella
già mai non arrivi non solamente all'opposizion del Sole, ma nè
anco al quadrato, nè tampoco all'aspetto sestile; e più,
che ella si mostri in un tempo quasi 40 volte maggiore che in altro tempo,
cioè grandissima quando, sendo retrograda, va alla congiunzion vespertina
del Sole, e piccolissima quando con movimento diretto va alla congiunzion
mattutina; e di più, sendo vero che quando ella appar grandissima,
si mostri di figura cornicolata, e quando appar piccolissima, si vegga
rotonda perfettamente; sendo, dico, vere cotali apparenze, non veggo che
si possa sfuggire di affermare, tale stella raggirarsi in un cerchio intorno
al Sole, poichè tal cerchio in niuna maniera si può dire
che abbracci e dentro di sè contenga la Terra, nè meno che
sia inferiore al Sole, cioè tra esso e la Terra, nè anco
superior al Sole.
Non può tal cerchio abbracciar la Terra,
perchè Venere verrebbe talvolta all'opposizion del Sole; non può
esser inferiore, perchè Venere circa l'una e l'altra congiunzione
co 'l Sole si mostrerebbe falcata; nè può esser superiore,
perchè si mostrerebbe sempre rotonda, nè mai cornicolata.
E però per il ricetto di lei segnerò il cerchio CH intorno
al Sole, senza che egli abbracci la Terra. [...] » |
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« [...]
SALV. Accomodata
Venere, è bene che pensiate a Mercurio, il quale, come sapete, trattenendosi
sempre intorno al Sole, molto meno da lui si allontana che Venere: però
considerate qual luogo convenga assegnargli.
SIMP. Non è
dubbio che, immitando egli Venere, accomodatissima stanza sarà per
lui un minor cerchio dentro a questo di Venere, e pure intorno al Sole,
essendo, massime della sua vicinità al Sole, argomento ed indizio
assai concludente la vivacità del suo splendore sopra quello di
Venere e de gli altri pianeti: potremo dunque con tal fondamento segnare
il suo cerchio, notandolo con li caratteri BG. |
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Simplicio posiziona
i pianeti superiori |
SALV.
Marte poi dove lo metteremo?
SIMP. Marte, perchè
viene all'opposizion del Sole, è necessario che co 'l suo cerchio
abbracci la Terra: ma veggo ch'e' bisogna per necessità ch'egli
abbracci il Sole ancora; imperocchè, venendo alla congiunzion co
'l Sole, se e' non gli passasse di sopra, ma gli fusse inferiore, apparirebbe
cornicolato, come fa Venere e la Luna; ma egli si mostra sempre rotondo;
adunque è necessario che egli includa dentro al suo cerchio non
meno il Sole che la Terra. E perchè mi sovviene che voi abbiate
detto che quando esso è all'opposizion del Sole si mostra 60 volte
maggiore che quando è verso la congiunzione, parmi che molto bene
si accomoderà a queste apparenze un cerchio intorno al centro del
Sole e che abbracci la Terra, quale io noto adesso e contrassegno D I:
dove Marte nel punto D è vicinissimo alla Terra, ed è opposto
al Sole; ma quando è nel punto I, è alla congiunzion co 'l
Sole, ma lontanissimo dalla Terra. E perchè l'istesse apparenze
si osservano in Giove ed in Saturno, se ben con assai minor diversità
in Giove che in Marte, e con minor ancora in Saturno che in Giove, mi par
comprendere che molto acconciamente sodisfaremo anco a questi due pianeti
con due cerchi pur intorno al Sole, e questo primo per Giove segnandolo
E L, ed un altro superiore per Saturno notato F M.
SALV. Voi sin qui
vi sete portato egregiamente. E perchè (come vedete) l'appressamento
e discostamento de' tre superiori vien misurato dal doppio della distanza
tra la Terra e 'l Sole, questa fa maggior diversità in Marte che
in Giove, per essere il cerchio D I di Marte minore del cerchio E L di
Giove; e similmente perchè questo E L è minore del cerchio
F M di Saturno, la medesima diversità è ancor minore in Saturno
che in Giove: e ciò puntualmente risponde all'apparenze. Resta ora
che pensiate di assegnare il luogo alla Luna. |
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Le riflessioni
sulla Luna |
SIMP.
Seguendo l'istesso metodo, che mi par concludentissimo,
poichè veggiamo che la Luna viene alla congiunzione ed all'opposizione
del Sole, è necessario dire che il suo cerchio abbracci la Terra;
ma non bisogna già che egli abbracci il Sole, perchè quando
ella fusse verso la congiunzione, non si mostrerebbe falcata, ma sempre
rotonda e piena di lume; oltre che già
mai non potrebbe ella farci, come spesse volte fa, l'eclisse del Sole,
con l'interporsi tra esso e noi. E dunque necessario assegnarle un cerchio
intorno alla Terra, qual sarebbe questo N P, sì che costituita in
P ci apparisca dalla Terra A congiunta co 'l Sole, onde possa talora eclissarlo,
e posta in N si vegga opposta al Sole, ed in tale stato possa cadere nell'ombra
della Terra ed oscurarsi. [...] » |
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« [...]
SALV. Ora
che faremo, Sig. Simplicio, delle stelle fisse?
Vogliamole por disseminate per gl'immensi abissi dell'universo, in diverse
lontananze da qualsivoglia determinato punto, o pur collocate in una superficie
sfericamente distesa intorno a un suo centro, sì che ciascheduna
di loro sia dal medesimo centro egualmente distante?
SIMP. Più
tosto torrei una strada di mezo, e gli assegnerei un orbe descritto intorno
a un determinato centro e compreso dentro a due superficie sferiche, cioè
una altissima concava e l'altra inferiore convessa tra le quali costituirei
l'innumerabil moltitudine delle stelle, ma però in diverse altezze;
e questa si potrebbe chiamar la sfera dell'universo, continente dentro
di sè gli orbi de i pianeti, già da noi disegnati. |
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Rimangono la
Terra e le Stelle fisse |
SALV.
Adunque già aviamo noi, Sig. Simplicio,
sin qui ordinati i corpi mondani giusto secondo la distribuzion del Copernico,
e ciò si è fatto di propria mano vostra: e di più
a tutti avete voi assegnati movimenti proprii, eccettuatone il Sole, la
Terra e la sfera stellata, ed a Mercurio con
Venere avete attribuito il moto circolare intorno al Sole senza abbracciar
la Terra: intorno al medesimo Sole fate muover li tre superiori, Marte,
Giove e Saturno, comprendendo la Terra dentro a i cerchi loro; la Luna
poi non può muoversi in altra maniera che intorno alla Terra, senza
abbracciar il Sole: e pure in questi moti convenite voi ancora co 'l medesimo
Copernico.
Restano ora da decidere, tra il Sole, la Terra
e la sfera stellata, tre cose: cioè la quiete che apparisce esser
della Terra; il movimento annuo sotto il zodiaco, che apparisce esser del
Sole; e il movimento diurno, che apparisce esser della sfera stellata,
con participarlo a tutto il resto dell'universo, eccettuatone la Terra.
Ed essendo vero che tutti gli orbi de' pianeti,
dico di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, si muovono intorno al
Sole, come centro loro, di esso Sole par tanto più ragionevole che
sia la quiete che della Terra, quanto di sfere mobili è più
ragionevole che il centro stia fermo che alcun altro luogo da esso centro
remoto: alla Terra, dunque, la qual resta
costituita in mezo a parti mobili, dico tra Venere e Marte, che l'una fa
la sua revoluzione in nove mesi e l'altro in due anni, molto acconciamente
si può attribuire il movimento d'un anno, lasciando la quiete al
Sole.
E quando ciò sia, segue per necessaria
conseguenza che anco il moto diurno sia della Terra: imperocchè
se, stando fermo il Sole, la Terra non si
rivolgesse in sè stessa, ma solo avesse il movimento annuo intorno
al Sole, il nostro anno non sarebbe altro che un giorno ed una notte, cioè
sei mesi di giorno e sei mesi di notte, com'altra volta s'è detto.
Vedete poi quanto acconciamente vien levato dall'universo
il precipitosissimo moto delle 24 ore, e come le stelle fisse, che sono
tanti Soli, conforme al nostro Sole godono una perpetua quiete.
Vedete in oltre quanta agevolezza si trovi in
questo primo abbozzamento, per render le ragioni di apparenze tanto grandi
ne' corpi celesti. [...] » |
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Brani scelti da: Galilei, Galileo,
«Le opere di Galileo Galilei : edizione
nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia».
Volume VII, tratti da Liber Liber.
Fanno parte del "Progetto
Manuzio", che è una iniziativa dell'associazione
culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come
scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in
formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet:
http://www.liberliber.it/ |
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