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[…] Fu il primo scopritore ed osservatore
delle macchie solari, sì come di tutte
l'altre novità celesti, il nostro Academico Linceo; e queste scopers'egli
l'anno 1610, trovandosi ancora alla lettura delle Matematiche nello Studio
di Padova, e quivi ed in Venezia ne parlò con diversi, de i quali
alcuni vivono ancora: ed un anno doppo le fece vedere in Roma a molti Signori,
come egli asserisce nella prima delle sue Lettere al signor Marco Velsero,
Duumviro d'Augusta. […] » |
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Esso fu il primo che, contro alle opinioni
de i troppo timidi e troppo gelosi dell'inalterabilità del cielo,
affermò tali macchie esser materie che in tempi brevi si producevano
e si dissolvevano; che, quanto al luogo, erano contigue al corpo del Sole,
e che intorno a quello si rigiravano, o vero,
portate dall'istesso globo solare, che in sè stesso circa il proprio
centro nello spazio quasi di un mese si rivolgesse, finivano loro conversioni:
il qual moto giudicò sul principio farsi dal Sole intorno ad un
asse eretto al piano dell'eclittica, atteso che gli archi descritti da
esse macchie sopra il disco del Sole apparivano
all'occhio nostro linee rette ed al piano dell'eclittica parallele;
le quali però venivano alterate in parte di alcuni movimenti accidentarii,
vaganti ed irregolari, a i quali elleno son sottoposte, e per i quali tumultuariamente
e senza ordine alcuno si vanno tra di loro mutando di sito, ora accozzandosi
molte insieme, ora disseparandosi, ed alcuna in più dividendosi,
e grandemente mutandosi di figure, per lo più molto stravaganti.
[…] »
« Or, tornando
alla materia, dico che le cose scoperte nei cieli a i tempi nostri sono
e sono state tali, che posson dare intera soddisfazione a tutti i filosofi:
imperocchè e ne i corpi particolari e nell'universale espansione
del cielo si son visti e si veggono tuttavia accidenti simili a quelli
che tra di noi chiamiamo generazioni e corruzioni, essendo
che da astronomi eccellenti sono state osservate molte comete generate
e disfatte in parti più alte dell'orbe lunare (1),
oltre alle due stelle nuove dell'anno 1572 e del 1604, senza veruna contradizione
altissime sopra tutti i pianeti; ed in faccia
dell'istesso Sole si veggono, mercè del telescopio, produrre e dissolvere
materie dense ed oscure in sembianza molto simili alle nugole intorno alla
Terra, e molte di queste sono così
vaste, che superano di gran lunga non solo il sino Mediterraneo, ma tutta
l'Affrica e l'Asia ancora. Ora, quando Aristotile vedesse queste cose,
che credete voi, Sig. Simplicio, ch' e' dicesse e facesse? […] »
(1) qui si riferisce
ai calcoli della parallasse delle comete effettuata da Tycho: essa era
non misurabile e pertanto esse erano esterne all'orbita della Luna, la
cui parallasse era nella possibilità di essere rilevata dagli strumenti
dell'epoca ... |
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Raccogliesi dalla medesima mutazion di figura
che nissuna di esse è stella o altro corpo di figura sferica:
imperocchè tra tutte le figure sola la sfera non si vede mai in
iscorcio, nè può rappresentarsi mai se non perfettamente
rotonda; e così quando alcuna delle macchie particolari fusse un
corpo rotondo, quali si stimano esser tutte le stelle, della
medesima rotondità si mostrerebbe tanto nel mezo del disco solare
quanto verso l'estremità; dove che
lo scorciare tanto e mostrarsi così sottili verso tale estremità,
ed all'incontro spaziose e larghe verso il mezo, ci rende sicuri quelle
esser falde di poca profondità o grossezza rispetto alla lunghezza
e larghezza loro.
Che poi si sia osservato ultimamente che le macchie
doppo suoi determinati periodi ritornino le medesime per l'appunto, non
lo crediate, Sig. Simplicio, e chi ve l'ha detto vi vuole ingannare; e
che ciò sia, guardate che ei vi ha taciuto quelle che si generano
e quelle che si dissolvono nella faccia del Sole, lontano dalla circonferenza;
nè vi ha anco detto parola di quello scorciare, che è argomento
necessario dell'esser contigue al Sole.
Quello che ci è del ritorno delle medesime
macchie, non è altro che quel che pur si legge nelle sopraddette
Lettere, cioè che alcune di esse può esser talvolta che siano
di così lunga durata, che non si disfacciano per una sola conversione
intorno al Sole, la quale si spedisce in meno di un mese.
[…] » |
Brani scelti da: Galilei, Galileo,
«Le opere di Galileo Galilei : edizione
nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia».
Volume VII, tratti da Liber Liber.
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