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Il
sistema Copernicano non contraddice, ma completa quello Tolemaico ... |
« […]
SALV. Concludesi
da evidentissime, e perciò necessariamente concludenti, osservazioni;
delle quali le più palpabili, per escluder la Terra da cotal centro
e collocarvi il Sole, sono il ritrovarsi tutti i pianeti ora più
vicini ed ora più lontani dalla Terra, con differenze tanto grandi,
che, v. g., Venere lontanissima si trova sei
volte più remota da noi che quando ell'è vicinissima [vedi
animazione di Venere tolemaica], e Marte
si inalza quasi otto volte più in uno che in un altro stato. Vedete
intanto se Aristotile s'ingannò di qualche poco in creder che e'
fussero sempre egualmente remoti da noi.
SIMP. Quali poi sono
gl'indizii che i movimenti loro sieno intorno al Sole?
SALV. Si argomenta
ne i tre pianeti superiori, Marte Giove e Saturno, dal trovarsi sempre
vicinissimi alla Terra quando sono all'opposizion del Sole, e lontanissimi
quando sono verso la congiunzione; e questo avvicinamento ed allontanamento
importa tanto, che Marte vicino si vede ben 60 volte maggiore che quando
è lontanissimo. Di Venere poi e di
Mercurio si ha certezza del rivolgersi intorno al Sole dal non si allontanar
mai molto da lui e dal vedersegli or sopra ed or sotto, come la mutazion
di figure in Venere conclude necessariamente [qui
la motivazione di questo fatto è di tutt'altra natura ... anche
se, trasponendo Copernico in geocentrico, ritrovo Tolomeo, anche se non
esattamente].
Della Luna è vero che ella non si può in verun modo separar
dalla Terra, per le ragioni che più distintamente nel progresso
si produrranno. [...] » |
z |
Alcuni punti
fermi sul moto di Venere |
« […]
SALV. Stabiliti
questi due, voglio che pensiamo di accomodar il corpo di Venere in tal
maniera, che lo stato e movimento suo possa sodisfar a ciò che di
essi ci mostrano le sensate apparenze; e però riducetevi a memoria
quello che, o per i discorsi passati o per vostre proprie osservazioni,
avete compreso accadere in tale stella; e poi assegnatele quello stato
che vi parrà convenirsele.
SIMP. Posto che sieno
vere le apparenze narrate da voi, e che ho lette ancora nel libretto delle
conclusioni, cioè che tale stella non
si discosti mai dal Sole oltre a certo determinato intervallo di 40 e tanti
gradi, sì che ella già mai non
arrivi non solamente all'opposizion del Sole, ma nè anco al quadrato,
nè tampoco all'aspetto sestile; e più, che ella si mostri
in un tempo quasi 40 volte maggiore che in altro tempo, cioè grandissima
quando, sendo retrograda, va alla congiunzion vespertina del Sole, e piccolissima
quando con movimento diretto va alla congiunzion mattutina;
e di più, sendo vero che quando ella appar grandissima, si mostri
di figura cornicolata, e quando appar piccolissima, si vegga rotonda perfettamente;
sendo, dico, vere cotali apparenze, non veggo che si possa sfuggire di
affermare, tale stella raggirarsi in un cerchio intorno al Sole [...]
» |
z |
Ci sono fenomeni
che solo il telescopio consente di vedere |
« SALV.
[...] Ci sono poi altre gravissime e bellissime
difficultà, non così agevoli da esser risolute da gli ingegni
mediocri, ma però penetrate e dichiarate dal Copernico, le quali
noi rimetteremo più di sotto, doppo che averemo risposto ad altre
opposizioni di altri, che si mostrano contrarie a questa posizione. Ora
venendo alle dichiarazioni e risposte alle tre addotte gravissime obiezioni,
dico che le due prime non solamente non contrariano al sistema Copernicano,
ma grandemente ed assolutamente lo favoriscono; perchè e Marte e
Venere si mostrano diseguali a sè stessi, secondo le proporzioni
assegnate, e Venere sotto il Sole si mostra
falcata, e va puntualmente mutando sue figure nello stesso modo che fa
la Luna.
SAGR. Ma
com'è stato questo occulto al Copernico, e manifesto a voi?
SALV. Queste cose
non possono esser comprese se non co 'l senso della vista, il quale da
natura non è stato conceduto a gli uomini tanto perfetto, che sia
potuto arrivare a discerner tali differenze; anzi pur lo strumento stesso
del vedere a sè medesimo reca impedimento: ma doppo che all'età
nostra è piaciuto a Dio di concedere all'umano ingegno tanto mirabil
invenzion, di poter perfezionar la nostra vista co 'l multiplicarla 4,
6, 10, 20, 30 e 40 volte, infiniti oggetti che, o per la loro lontananza
o per la loro estrema piccolezza, ci erano invisibili, si sono co 'l mezo
del telescopio resi visibilissimi. […] »
« [da una lettera di Galilei...]
Sappia dunque che io, circa tre mesi fa, cominciai a osservar Venere con
lo strumento, et la vidi di figura rotonda,
et assai piccola; andò di giorno in
giorno crescendo in mole, et mantenendo pur la medesima rotondità,
sin che finalmente, venendo in assai gran lontananza dal sole, cominciò
a sciemar dalla rotondità dalla parte orientale, et in
pochi giorni si ridusse al mezo cerchio. In tale figura si è mantenuta
molti giorni, ma però crescendo tuttavia in mole: hora
comincia a farsi falcata, et sin che si vederà
vespertina, anderà assotigliando le sue cornicelle, sin che svanirà:
ma ritornando poi matutina, si vedrà con le corna sottilissime et
pure averse al sole, et anderà crescendo
verso il mezo cerchio sino alla sua massima digressione.
Manterassi poi semicircolare per alquanti giorni, diminuendo però
in mole; et poi dal mezo cerchio passerà al tutto tondo in pochi
giorni, et quindi per molti mesi si vedrà, et Lucifero et Vesperugo,
tutta tonda, ma piccoletta di mole. Le evidentissime conseguenze che di
qui si traggono, sono a V.R.a notissime. […]
» |
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Copernico e il
telescopio permettono conclusioni altrimenti non ovvie |
« [...]
Io ho più volte veduto Giove e Venere
insieme, lontani dal Sole 25 o 30 gradi, ed essendo l'aria assai imbrunita,
Venere pareva bene 8 ed anco 10 volte maggior di Giove,
mentre però si riguardavono con l'occhio libero; ma guardati poi
co 'l telescopio, il disco di Giove si scorgeva veramente maggior quattro
e più volte di quel di Venere, ma la vivacità dello splendor
di Venere era incomparabilmente maggiore della luce languidissima di Giove:
il che da altro non procedeva che dall'esser Giove lontanissimo dal Sole
e da noi, e Venere vicina a noi ed al Sole.
[…] » |
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Il moto della
Terra dà conto dei moti retrogradi delle "stelle erranti" |
« [...] SALV.
Voi, Sig. Sagredo, le vedrete proceder talmente, che questa sola coniettura
dovrebbe esser bastante, a chi non fusse più che protervo o indisciplinabile
a farlo prestar l'assenso a tutto il rimanente di tal dottrina. Vi dico
dunque che, nulla mutato nel movimento
di Saturno di 30 anni in quel di Giove di 12, in quel di Marte di 2, in
quel di Venere di 9 mesi,
e in quel di Mercurio di 80 giorni incirca, il
solo movimento annuo della Terra tra Marte e Venere cagiona le apparenti
inegualità ne' moti di tutte le 5 stelle nominate:
e per facile e piena intelligenza del tutto ne voglio descriver la sua
figura. […] » |
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Brani scelti da: Galilei, Galileo,
«Le opere di Galileo Galilei : edizione
nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia».
Volume VII, tratti da Liber Liber.
Fanno parte del "Progetto
Manuzio", che è una iniziativa dell'associazione
culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come
scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in
formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet:
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