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Le scuole di
astronomia |
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pertanto così sappia il lettore che si sono due modi di pensare
degli astronomi: uno, con a capo
Tolomeo, e insigne
per la partecipazione degli antichi; l’altro è quello concepito
da persone più vicine nel tempo. Quello più antico tratta
separatamente le singole stelle erranti e ritiene che la causa dei loro
singoli moti sia da ricercare in esse stesse. Quello moderno li relaziona
l’uno con l’altro e coglie ciò che accomuna i loro moti, e da ciò
trae una causa comune.
Copernico e l’antichissimo
Aristarco attribuiscono la causa, che conduce a vedere i moti stazionari
e quelli retrogradi, alla Terra, nostra dimora.
Tycho Brahe attribuisce
quella causa al Sole, attorno al quale egli sostiene siano “connessi” i
cerchi concentrici di tutti e cinque i pianeti con una specie di “nodo”
(non fisico, come suggerirebbe la ragione, ma semplicemente quantitativo);
e questo nodo, giusto per dire, solidale col corpo del Sole, ruota attorno
alla Terra immobile
Keplero … il mio
scopo precipuo in questa opera è quello di riformare il pensiero
astronomico (specialmente il moto di Marte) rappresentando anche secondo
i tre pensieri sopra citati (Tolomeo, Copernico e Tycho). Più esattamente,
computando i moti dalle mie tavole, essi rispondono a ciò che è
osservato in cielo, cosa che finora non si è potuta fare. Infatti,
nell’anno del Signore 1608, mese di agosto, la stella Marte superava la
posizione osservata di poco meno di quattro gradi, con calcoli effettuati
secondo le Tavole Prunetiche. Nell’anno 1593, mese di agosto e settembre,
l’errore era poco meno di cinque gradi; ora esso, nel mio nuovo calcolo,
è totalmente eliminato ...»
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La fisica celeste |
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Nel frattempo, mentre con tenacia apprendo e realizzo, dialogo anche sulla
"Metafisica"
di Aristotele,
o piuttosto cerco di scoprile la fisica celeste e le cause naturali dei
moti: da queste riflessioni nascono finalmente argomentazioni non oscure,
riguardo alle quali solo la conoscenza di Copernico del mondo (un poco
modificata) appare vera, mentre le altre due teorie mi convincono della
loro falsità …
Il primo passo è stato quello di indagare
con tenacia le cause fisiche del moto, cosa che ha mostrato come tutti
i piani degli eccentrici si tocchino in nessun altro luogo se non esattamente
nello stesso centro del corpo solare (Sole
osservato), cosa
contraria alle credenze di Copernico e Brahe ....
Ora, se sia la Terra che si muove o il Sole, è
dimostrato che quel corpo che si muove lo deve fare di moto non uniforme;
naturalmente si muove più lentamente se è più lontano
dal corpo immobile, più velocemente se si approssima al corpo immobile
.. il vecchio Tolomeo è dunque da respingere. Egli infatti crede
che ci siano tante teorie del Sole (molto simili tra loro, addirittura
uguali) quanti pianeti, mentre è evidente che a Brahe è sufficiente
una sola teoria del Sole: quando una assunzione fisica è consolidata,
bisogna usare al minimo la natura (per spiegarla), per quanto possibile.
In molti modi è provato che la fisica celeste di Copernico è
più potente di quella di Brahe.
Al pianeta appartiene il moto che gli è
proprio, per Brahe e non meno per Tolomeo essi si muovono col moto del
Sole. Componendo i moti in uno risultante si genera una forma a spirale
che dimostra che non esistono le sfere cristalline rigide, come Brahe ha
dimostrato in modo certissimo ...» |
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1) |
Copernico, in verità,
toglie completamente questo moto estraneo ai pianeti assegnando la causa
di questa illusione al sistema di riferimento |
2) |
se non ci sono sfere celesti, le condizioni cui
debbono sottostare le intelligenze e gli spiriti moventi diventano pesanti;
infatti a molte cose dovrebbero pensare per condurre i pianeti nei moti
permessi. Al minimo, infatti, devono costringere contemporaneamente a rispettare
i principi, i centri e i periodi dei moti. Ma se la Terra si muove, si
può dimostrare che la totalità di queste necessità
consiste in facoltà “non
animate” ma “naturali”,
senza dubbio di
tipo magnetico. |
3) |
se, infatti, la Terra si muove, si dimostra che
la sua legge di incremento o diminuzione della velocità nasce dal
valore della vicinanza o allontanamento al Sole stesso.
E la stessa cosa succede per gli altri pianeti,
a seconda che aumentino o diminuiscano la loro distanza dal Sole. La
dimostrazione di queste cose è di tipo geometrico.
Questa dimostrazione certissima nasce da una
congettura fisica e cioè che la fonte del moto dei cinque pianeti
risiede nel Sole stesso. Pertanto,
se questa è la causa del moto della Terra, è verosimile che
lo sia anche per il moto dei rimanenti cinque pianeti: la causa è
il Sole stesso, appunto. È pertanto verosimile che la Terra si muova
poiché verosimile è la causa del suo moto. |
4) |
al contrario, il
Sole permane nella sua posizione, al centro del mondo,
essendo verosimile che in esso risieda la fonte del moto dei cinque pianeti. |
5) |
analizziamo i corpi di Sole e Terra, esprimiamo
un giudizio su a quale dei due maggiormente competa essere la fonte del
moto dei corpi rimanenti: il Sole muove la Terra mentre muove anche gli
altri pianeti, o la Terra muove il Sole, motore dei rimanenti, che sono
non poca cosa? Siamo forse vincolati ad accettare che il Sole sia mosso
dalla Terra? No, perché appare assurdo: dobbiamo invece accettare
la immobilità del Sole e il moto della Terra. |
6) |
che dire del moto periodico di 365 giorni, che,
come durata, è intermedio tra il periodo di Marte di 687 giorni
e quello di Venere di 225 giorni? Non dovrebbe esclamare a gran voce la
natura delle cose che quella orbita, cui corrispondono 365 giorni, occupa
un posto intermedio tra i periodi di Marte e di Venere attorno al Sole,
e che poiché anch’essa ruota attorno al Sole, l’orbita della Terra
è attorno al Sole, e non quella del Sole attorno alla Terra? |
7) |
per altre argomentazioni metafisiche a favore
del Sole come centro del mondo, a causa della sua dignità e capacità
di illuminare, vedere il libretto da me appena nominato su Copernico; qualcosa
si trova in Aristotele nel "De
coelo", libro
II, alla voce pitagorici, che intendono il Sole come "fuoco".
Ho toccato l'argomento in "Astronomiae
pars optica",
capitolo 1, foglio 7 e anche capitolo 6, specialmente foglio 225. |
8) |
sul fatto che la Terra appaia rotare fuori del
centro del mondo, trovate un argomento metafisico al capitolo 9, foglio
322 di questo libro ["Astronomia
Nova"] |
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La forma delle
orbite |
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Né ho posto fine ai miei studi prima che un quarto punto non fosse
stato esaminato sulle ipotesi fisiche; con
laboriosissime dimostrazioni ho fatto una scoperta, a partire da moltissime
osservazioni: il moto dei pianeti in cielo non è un cerchio, ma
un ovale, perfettamente ellittico. La geometria lo ha permesso ed ha insegnato
che una tale orbita nasce se assegniamo una legge [“librandi
corpus”]
ai moti planetari e cioè che la velocità del loro moto è
in proporzione [inversa] con la distanza in linea retta dal Sole.
Non solo ciò, ma attraverso tale legge tornano le equazioni di eccentricità,
in accordo con le osservazioni.
Infine, un punto basilare è stato aggiunto
a questa costruzione, dimostrato geometricamente, e cioè che tale
legge [“librationem”]
si spiega “naturalmente”
con la proprietà magnetica. Conseguentemente, queste capacità
di moto sono insite nei pianeti e appaiono essere null’altro che proprietà
dei corpi planetari, simili a quelle di un polo magnetico che attrae il
ferro; pertanto ogni ragione dei moti celesti appare puramente “naturale”,
cioè tutto è governato dal magnetismo, eccetto la rotazione
del corpo solare, che rimane fermo nello spazio: qui sembra necessitare
una “facoltà
vitale” [e non
puramente “naturale”]
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traduzione da: Johanne Keplero
- "Astronomia Nova"
- Introductio in hoc opus
- 1609 |
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La
musicalità del cosmo di Keplero |
zzzzzzzz |