In tempi uguali sono spazzate aree uguali
Il modello Terra-Sole, ora anche
tracciato “fisico”, conduce ad un’orbita di Marte non
circolare
Come trovare un’orbita di Marte che sia valida
sia per le longitudini, che per le distanze?
Keplero
dispone di due soli strumenti :
·
l’ipotesi vicaria per le longitudini di Terra e Marte
·
la legge delle distanze, soddisfacente per la Terra, non sufficiente per
Marte, perché con un errore di 8’ nella longitudine
Ne
aggiunge un terzo:
·
l’orbita “fisica” della Terra, ottenuta mediante triangolazioni ( tutto, comunque, deve superare il vaglio
dalle misure di Tycho )
Per
soddisfare le prime due contemporaneamente, Keplero aggiunge un epiciclo
all’orbita di Marte, ma subito se ne pente perché così non varrebbe più il Sole
come centro motore. Allora ricava il percorso del pianeta mediante
triangolazioni, a partire dall’orbita della Terra. Il risultato, sebbene
qualitativo, è strabiliante: l’orbita di Marte non è circolare (.le
longitudini saranno il test chiave ). Keplero riprova a simulare
questo percorso con un epiciclo, la forma è ovoidale, con la parte più
panciuta nella zona vicino al Sole. Anche qui, avendo la forma, applicando la
legge delle distanze, trova scostamenti in longitudine di 8’ agli ottanti,
come accadeva anche all’antica orbita circolare, ma di segno opposto.
La
ricerca della soluzione finale percorre vie intricate, con conteggi
impossibili, finché il nostro prova
a sostituire una ellisse che possa approssimare l’ovale. Essa
soddisfa le osservazioni, ammette il Sole come centro
motore. La mente pitagorica di Keplero è ora certa che nessun’altra
orbita è possibile. È anche scienziato, e affronterà quest’ultimo punto con
Apollonio.
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