a Giove tabellare 
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Il pianeta Giove visto dalla sonda Voyager 1 nel 1979 
 
 
 
 
 
 

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image credit NASA  -  la maggior parte del testo è liberamente tratto da "Wikipedia" 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Giove nel Sistema Solare esterno

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Giove (dal latino Iove, ablativo di Iuppiter) è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole, il più massiccio di tutto il sistema planetario: la sua massa corrisponde infatti a 2,468 volte la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme. 

È classificato, al pari di Saturno, Urano e Nettuno, come gigante gassoso. 

A causa delle sue dimensioni e della composizione simile a quella solare, Giove è stato considerato per lungo tempo una "stella fallita": in realtà, solamente se avesse avuto l'opportunità di accrescere la propria massa sino a 75-80 volte quella attuale, il suo nucleo avrebbe ospitato le condizioni necessarie di temperatura e pressione per innescare le reazioni di fusione nucleare dell'idrogeno in elio, il che avrebbe reso il sistema solare un sistema stellare binario. 

La grande forza di gravità di Giove contribuisce, assieme a quella del Sole, a plasmare le principali strutture del sistema solare, in quanto la sua attrazione bilancia le orbite degli altri pianeti  ed il suo immane pozzo gravitazionale "ripulisce" il sistema dai detriti vaganti che viaggiano nelle sue vicinanze, che altrimenti rischierebbero di andare ad impattare contro i pianeti più interni.  
 
Il pianeta, conosciuto sin dall'antichità, ha rivestito un ruolo preponderante nel credo religioso di numerose culture, tra cui i Babilonesi, i Greci e i Romani. 
 
 
 
 
 
 

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Il pianeta Giove osservato dalla Terra 
 
 
 
 
 
 

 

 
 Giove  osservato  da  un  telescopio  amatoriale  a forte ingrandimento. Mediante fotocamera sono state fatte due esposizioni : 
 una per avere la superficie di Giove e l'altra per mettere in evidenza i tre satelliti visibili.        Nimage credit Dario Zucchi  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il pianeta Giove osservato dalla Terra
 
image credit: Pighin image credit: Pighin 
 
 
Giove osservato nel display di una fotocamera bridge con messa a fuoco manuale: con una seconda fotocamera, 
 si è ripreso il display.  Perché  non  erano a disposizione tempi sufficientemente lunghi per lo scatto con la bridge. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il pianeta Giove osservato dalla Terra
 

Il periodo sinodico del pianeta è di 398,88 giorni, al termine dei quali il corpo celeste inizia una fase di moto retrogrado, in cui sembra spostarsi all'indietro nel cielo notturno, rispetto allo sfondo delle stelle "fisse", eseguendo una cicloide vista quasi di taglio. 

Poiché l'orbita di Giove è esterna all'orbita terrestre, l'angolo di fase gioviano visto dal nostro pianeta non è mai superiore a 11,5° ed è quasi sempre vicino allo zero, ovvero il pianeta appare quasi sempre completamente illuminato; fu solo durante le missioni spaziali verso il pianeta che fu fotografata una sua fase crescente.  

Il pianeta è interessante da un punto di vista osservativo in quanto già con piccoli strumenti è possibile rivelarne alcuni caratteristici dettagli superficiali.  

Un binocolo 10x50 o un piccolo telescopio rifrattore consentono già di osservare attorno al pianeta quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell'equatore del pianeta: si tratta dei satelliti medicei. 

Poiché essi orbitano abbastanza velocemente intorno al pianeta, è possibile notarne i movimenti già tra una notte e l'altra: il più interno, Io, arriva a compiere tra una notte e la successiva quasi un'orbita completa 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
Il pianeta Giove osservato dalla Terra 
 

La "cicloide vista di taglio" dell'anno 2009 - il fondo del cielo è congelato al 5 marzo '09 - image credit Perseus

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il pianeta Giove e la storia delle prime scoperte
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La scoperta dei satelliti medicei e quella delle fasi di Venere, complete come quelle della Luna [ Galilei ], fu la dimostrazione definitiva del superamento della teoria tolemaico-aristotelica, secondo cui tutto il cosmo gravitava attorno alla Terra. Il sistema Tychonico, identico a quello di Copernico, ma col sistema di riferimento fissato sulla Terra ( il Sole orbita attorno alla Terra e i pianeti orbitano attorno a Sole ) non fu scalfito. 

La scoperta delle lune gioviane, assieme alle altre esposte nel Sidereus Nuncius, valse a Galilei una grande fama, tanto che nel 1611 papa Paolo V lo accolse trionfalmente a Roma, e il principe Federico Cesi lo rese membro della Accademia dei Lincei, da lui fondata otto anni prima. 

L'astronomo Gian Domenico Cassini, utilizzando un nuovo telescopio, scoprì che la superficie di Giove era  uno sferoide oblato. Egli riuscì poi a determinarne il periodo di rotazione, e nel 1690 scoprì che l'atmosfera è soggetta a una rotazione differenziale. L'astronomo italiano è inoltre accreditato come lo scopritore, assieme, ma indipendentemente, a Robert Hooke, della Grande Macchia Rossa. 

Cassini stese precise effemeridi dei quattro satelliti galileiani, al punto di poter basare sulle reciproche occultazioni il calcolo preciso della longitudine. Fu con questo metodo che egli cartografò tutto il terrirorio francese. 

Nel trentennio 1670-1700, Cassini osservò che, se la Terra è in allontanamento da Giove, il satellite "Io" dopo una trentina di emersioni dall'ombra di Giove, fa registrare un ritardo di circa un quarto d'ora ripetto al moto sinodico teorico. Cassini intuì che, supponendo la velocità della luce finita, la casua del ritardo poteva essere il fatto che tra la prima orbita e la trentesima la Terra si era nel frattemo allontanata di molto. Ma osservazioni degli altri satelliti, che apparentemente non corrispondevano a questa idea, lo condussero ad opporsi a quella ipotesi. L'astronomo danese Ole Rømer capì le ragioni della apparente mancata corrispondenza, e stimò la velocità finita della luce in termini di tempo di attraversamento di 2 unità astronomiche in circa 22 minuti. 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
il pianeta Giove: osservazioni contemporanee
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i                                                                       image credit H. Hammel - Hubble telescope 

Nel periodo compreso tra il 16 e il 22 luglio 1994 oltre 20 frammenti provenienti dalla cometa Shoemaker-Levy 9 collisero con Giove in corrispondenza del suo emisfero australe; fu la prima osservazione diretta della collisione tra due oggetti del sistema solare. L'impatto fu molto importante in quanto permise di ottenere importanti dati sulla composizione dell'atmosfera gioviana.  
 
 
 
 
 
 
 
 

 
il pianeta Giove: osservazioni contemporanee
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image credit: NASA / JPL / Infrared Telescope Facility - July 20, 2009
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Questa immagine è stata presa a 1,65 micron, una lunghezza d'onda sensibile alla luce solare riflessa dalla elevata in atmosfera di Giove, e si vede sia il centro luminoso della cicatrice che le macerie al suo nord-ovest. « Potrebbe essere stato l'impatto di una cometa, ma non sappiamo ancora con sicurezza», ha detto Orton. « È stato il turbinio di un giorno, e, sorprendentemente, nell'anniversario della Shoemaker-Levy 9 e di Apollo » 
 
 
 
 
 
 
 
 

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il pianeta Giove: osservazioni contemporanee
 
z                                                                                                image credit Nasa 
 
Dal 1973 diverse sonde hanno compiuto dei sorvoli ravvicinati ( fly-by ) del pianeta. Le sonde Voyager (1 e 2) permisero inoltre di scoprire gli anelli di Giove e otto ulteriori satelliti naturali precedentemente sconosciuti. Le Voyager rintracciarono la presenza di un toroide di plasma ed atomi ionizzati in corrispondenza dell'orbita di Io, sulla cui superficie furono scoperti molti vulcani, alcuni dei quali nell'atto di eruttare. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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il pianeta Giove: osservazioni contemporanee 
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z                                                                                                image credit Nasa 
 
Gli anelli di Giove sono oggi più facilmente visibili nell'infrarosso ... possiamo ben distinguere la diversa temperatura della fascia equatoriale rispetto alla temperatura delle zone polari ... sono altresì visibili due "red spots", che mostrano così di essere a temperatura più bassa rispetto alla comune superficie ... Una serie di immagini nell'infrarosso riprese nel 1994 dall'Infrared Telescope Facility nelle Hawaii. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
il pianeta Giove: osservazioni contemporanee 

        image  credit  NASA         image  credit  NASA

 
Alcune tempeste dell'atmosfera gioviana riprese dal telescopio spaziale Hubble: la Grande Macchia Rossa, l'Ovale BA (in basso a sinistra) e un'altra macchia rossastra di recente formazione; si notino, al di sotto di esse, due ovali biancastri simili a quelli da cui ebbe origine l'Ovale BA. 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

 
il pianeta Giove: la grande macchia rossa 
 
La caratteristica sicuramente più nota di Giove pianeta è la Grande Macchia Rossa (GRS, dall'inglese Great Red Spot), una vasta tempesta anticiclonica posta a 22° sotto l'equatore del pianeta; le prime fonti certe su di essa risalgono al 1831, ma si fa risalire la sua scoperta almeno al 1665, da parte di Cassini e Hooke. 

La tempesta è abbastanza grande da essere visibile già con telescopi amatoriali. 

La formazione presenta un aspetto ovale e ruota in senso antiorario con un periodo di circa 6 giorni. 

Le sue dimensioni, piuttosto variabili, sono 24-40.000 km per 12-14.000 km: è quindi abbastanza grande da contenere due o tre pianeti della grandezza della Terra. 

Le indagini infrarosse hanno mostrato che la tempesta è più fredda rispetto alle zone circostanti, segno che si trova più in alto rispetto ad esse: lo strato più alto di nubi della GRS svetta di circa 8 km sugli strati circostanti.  
 
 
 

 
 
 
 
 

 
 
il pianeta Giove: la grande macchia rossa 
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La Macchia varia notevolmente in gradazione, dal rosso mattone al salmone pastello, ed anche al bianco; non è ancora noto cosa determini la colorazione rossa della macchia. Alcune teorie, supportate dai dati sperimentali, suggeriscono che il colore possa essere causato dai medesimi cromofori, presenti però in quantità differenti, che conferiscono la caratteristica colorazione al resto dell'atmosfera gioviana. 

Non si sa se i cambiamenti manifestati siano il risultato di normali fluttuazioni periodiche dalla Macchia, né tantomeno per quanto ancora essa durerà; 
i modelli fisico-matematici suggeriscono però che la tempesta sia stabile e quindi possa costituire, al contrario di altre, una formazione permanente del pianeta. 

Giove presenta degli ovali bianchi (detti WOS, acronimo di White Oval Spots, Macchie Ovali Bianche), assieme ad altri marroni; si tratta tuttavia di tempeste minori transitorie, per questo prive di una denominazione. Gli ovali bianchi sono in genere composti da nubi relativamente fredde poste nell'alta atmosfera; gli ovali marroni sono invece più caldi, e si trovano ad altezze medie. La durata di queste tempeste si aggira indifferentemente tra poche ore o molti anni. 

Nel 2000, nell'emisfero australe del pianeta, si è originata dalla coalescenza di tre ovali biancastri una formazione simile alla GRS, ma di dimensioni più piccole. Denominata tecnicamente Ovale BA, la formazione ha subito un'intensificazione dell'attività e un cambiamento di colore dal bianco al rosso, che le è valso il soprannome di Red Spot Junior. 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
il pianeta Giove: la sua immensa atmosfera 

 

 

         Animazione del movimento delle nubi di Giove, ottenuta tramite molteplici riprese della sonda Galileo    -    image credit NASA
Quella di Giove è la più estesa atmosfera planetaria del sistema solare, composta principalmente da idrogeno molecolare ed elio, con tracce di metano, ammoniaca, acido solfidrico e, presumibilmente, acqua. L'atmosfera del pianeta manca di un chiaro confine inferiore, ma gradualmente transisce negli strati interni del pianeta. 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
il pianeta Giove: la sua immensa atmosfera 
 
L'atmosfera superiore di Giove è composta in volume da un 88-92% di idrogeno molecolare e da un 8-12% di elio. Queste percentuali cambiano se si tiene in considerazione la proporzione delle masse dei singoli elementi; la composizione in massa dell'atmosfera gioviana è quindi 75% di idrogeno e 24% di elio, mentre il restante 1% è costituito da altri elementi e composti presenti in quantità molto più esigue. 

La composizione atmosferica varia leggermente man mano che si procede verso le regioni interne del pianeta, date le alte densità in gioco: alla base dell'atmosfera si ha quindi un 71% in massa di idrogeno, un 24% di elio e il restante 5% di elementi più pesanti e composti ( metano, vapore acqueo, ammoniaca, composti del silicio, carbonio, etano, acido solfidrico, neon, ossigeno, fosforo e zolfo ).  

Nelle regioni più esterne dell'atmosfera sono inoltre presenti dei consistenti strati di cristalli di ammoniaca solida, con tracce di idrocarburi; si ipotizza anche la presenza di acqua nelle nubi degli strati più profondi dell'atmosfera. 

Le proporzioni atmosferiche di idrogeno ed elio sono molto vicine a quelle riscontrate nel Sole e teoricamente predette per la nebulosa solare primordiale. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
il pianeta Giove: la missione Galileo 

 

Rappresentazione artistica che mostra il satellite "Io", la sonda Galileo e il pianeta Giove … Ad oggi l'unica sonda progettata appositamente per lo studio  del  pianeta è stata la sonda Galileo, che entrò in orbita attorno a Giove il 7 dicembre del 1995 e vi permase per oltre 7 anni, compiendo 
sorvoli ravvicinati di tutti i satelliti galileiani e di Amaltea      -     image credit Nasa 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

il pianeta Giove: la missione Galileo 
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Nel luglio del 1995 è stata sganciata dalla sonda madre un piccolo modulo-sonda, che è entrato nell'atmosfera del pianeta il 7 dicembre; paracadutandosi per 159 km attraverso l'atmosfera il modulo ha raccolto dati per 75 minuti, prima di essere schiacciato e distrutto dalle alte pressioni e temperature dell'atmosfera inferiore (circa 28 atmosfere, ad una temperatura di 185°C – 458 K). La stessa sorte è toccata alla sonda madre quando, il 21 settembre 2003, è stata deliberatamente spinta verso il pianeta a una velocità di oltre 50 km/s, al fine di evitare qualsiasi possibilità che in futuro essa potesse collidere con il satellite Europa ed eventualmente contaminarlo 

Poiché Giove non è un corpo solido, la sua atmosfera superiore è soggetta ad una rotazione differenziale: infatti, la rotazione delle regioni polari del pianeta è più lunga di circa 5 minuti rispetto a quella all'equatore. 

Sono stati adottati tre sistemi di riferimento per monitorare la rotazione delle strutture atmosferiche permanenti. Il sistema I si applica alle latitudini comprese tra 10°N e 10°S; il suo periodo di rotazione è il più breve del pianeta, pari a 9h 50m 30,0s. Il sistema II si applica a tutte le latitudini a nord e a sud di quelle del sistema I; il suo periodo è pari a 9h 55m 40,6s. Il sistema III fu originariamente definito tramite osservazioni radio e corrisponde alla rotazione della magnetosfera del pianeta; il suo periodo è preso come il periodo di rotazione "ufficiale" del pianeta  
( 9 h 55 min 29,685 s ) 

 
 
 
 

 
 
 
 
 

il pianeta Giove: la formazione nella nebulosa iniziale 

image credit NASAimage credit NASA 

Giove in formazione all'interno della nebulosa solare 

Dopo  la  formazione  del  Sole,  avvenuta  circa 4,6 miliardi di anni fa, il materiale residuato dal processo, ricco in polveri metalliche, si è 
disposto in un disco circumstellare da cui hanno avuto origine dapprima i planetesimi, quindi, per aggregazione di questi ultimi, i protopianeti. 
 
 
 
 
 
 
 

il pianeta Giove: forma e dimensioni 
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Giove è il pianeta più massiccio del sistema solare, 2,468 volte più massiccio di tutti gli altri pianeti messi insieme; la sua massa è tale che il baricentro del sistema Sole-Giove cade esternamente alla stella, essendo posto a 47,500 km dalla superficie solare. 

Il valore della massa gioviana (indicata con MJ) è utilizzato come raffronto per le masse degli altri pianeti gassosi ed in particolare dei pianeti extrasolari.  

In raffronto alla Terra, Giove è 317,938 volte più pesante, ha un volume 1.319 volte superiore ma una densità più bassa, appena superiore a quella dell'acqua: 1,319 × 10³ kg/m³ contro i 5,5153 × 10³ kg/m³ della Terra. Il diametro è 11,2008 volte maggiore di quello terrestre.  

Si è scoperto che, allo stato attuale, Giove si comprime di circa 2 cm all'anno; probabilmente il fenomeno è generato dal meccanismo di Kelvin-Helmholtz, secondo cui il pianeta compensa comprimendosi in maniera adiabatica la normale dispersione del calore endogeno nello spazio. 

Questa compressione genera un riscaldamento del nucleo, all'origine di un intenso calore interno che fa sì che il pianeta irradi nello spazio una quantità di energia quasi uguale a quella ricevuta per insolazione. per queste ragioni, si ritiene che, appena formato, il pianeta dovesse essere più caldo e più grande di circa il doppio rispetto ad ora.

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

il pianeta Giove: forma e dimensioni 

 

Raffronto tra le dimensioni di Giove (in un'immagine ripresa dalla sonda Cassini) e della Terra   -    image credit NASA 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

il pianeta Giove: struttura interna 

 

Diagramma che illustra la struttura interna di Giove ...  -  image credit Wikipedia 
 
 
 
 
 

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il pianeta Giove: struttura interna
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La struttura interna del pianeta è oggetto di studi da parte degli astrofisici e dei planetologi; si ritiene che il pianeta sia costituito da più strati, ciascuno con caratteristiche chimico-fisiche ben precise. 

Partendo dall'interno verso l'esterno si incontrano, in sequenza: un nucleo, un mantello di idrogeno metallico liquido, uno strato di idrogeno molecolare liquido, elio ed altri elementi, ed una turbolenta atmosfera. Secondo i modelli astrofisici più moderni e ormai accettati da tutta la comunità scientifica, Giove non possiede una crosta solida; il gas atmosferico diventa sempre più denso procedendo verso l'interno e gradualmente si converte in liquido, al quale si aggiunge una piccola percentuale di elio, ammoniaca, metano, zolfo, acido solfidrico ed altri composti in percentuale minore. La temperatura e la pressione all'interno di Giove aumentano costantemente man mano che si procede verso il nucleo. 

Al nucleo del pianeta è spesso attribuita una natura rocciosa, ma la sua composizione dettagliata, così come le proprietà dei materiali che lo costituiscono e le temperature e le pressioni cui sono soggetti, e persino la sua stessa esistenza, sono ancora in gran parte oggetto di speculazione. 

La regione nucleare è circondata da un denso mantello di idrogeno liquido metallico, che si estende sino al 78% (circa i 2/3) del raggio del pianeta ed è sottoposto a temperature dell'ordine dei 10.000 K e pressioni dell'ordine dei 200 GPa. 

Al di sopra di esso si trova un cospicuo strato di idrogeno liquido e gassoso, che si estende sino a 1000 km dalla superficie e si fonde con le parti più interne dell'atmosfera del pianeta.  
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il pianeta Giove: la magnetosfera 
 
 
image credit NASA 
 
 Schema della magnetosfera di Giove. In azzurro sono indicate le linee di forza del campo magnetico; in rosso il toroide di Io. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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 il pianeta Giove: la magnetosfera
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Le correnti elettriche all'interno del mantello di idrogeno metallico generano un campo magnetico dipolare, inclinato di 10° rispetto all'asse di rotazione del pianeta, che raggiunge un'intensità variabile tra 4,2 gauss all'equatore, e 13 gauss ai poli, il che lo rende il più intenso campo magnetico del sistema solare (con l'eccezione di quello nelle macchie solari). Esso è 14 volte superiore al campo geomagnetico. 

Il campo magnetico di Giove preserva la sua atmosfera dalle interazioni col vento solare deflettendolo e creando una regione appiattita, la magnetosfera, costituita da un plasma di composizione molto differente da quello del vento solare. 

La magnetosfera di Giove è la più grande e potente fra tutte le magnetosfere dei pianeti del sistema solare, nonché la struttura più grande del sistema solare stesso non appartenente al Sole: si estende infatti nel sistema solare esterno per molte volte il raggio di Giove e raggiunge un'ampiezza massima che può superare l'orbita di Saturno. Se fosse visibile ad occhio nudo dalla Terra, avrebbe un'estensione apparente superiore al diametro della Luna Piena, nonostante la sua grande distanza. 

La magnetosfera gioviana è convenzionalmente divisa in tre parti: la magnetosfera interna, intermedia ed esterna. La magnetosfera interna è situata ad una distanza inferiore a 10 raggi gioviani (RJ) dal pianeta; il campo magnetico al suo interno rimane sostanzialmente dipolare, poiché ogni contributo proveniente dalle correnti che fluiscono dal plasma magnetosferico equatoriale risulta piccolo. 

Nelle regioni intermedie (tra 10 e 40 RJ) ed esterne (oltre 40 RJ) il campo magnetico non è più dipolare e risulta seriamente disturbato dalle sue interazioni col plasma solare 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
il pianeta Giove: la magnetosfera
 
Il satellite galileiano "Io", noto per la sua intensa attività vulcanica, contribuisce ad alimentare la magnetosfera gioviana generando un importante toroide di plasma, che carica e rafforza il campo magnetico formando così la struttura chiamata magnetodisk. 

Ne consegue che la magnetosfera gioviana, a dispetto di quella terrestre, sia alimentata dal pianeta stesso e da un satellite piuttosto che dal vento solare. 

Le forti correnti che circolano nella magnetosfera danno origine a delle intense fasce di radiazione simili alle fasce di Van Allen terrestri, ma migliaia di volte più potenti; queste forze generano delle aurore perenni attorno ai poli del pianeta ed intense emissioni radio. 

L'interazione delle particelle energetiche con la superficie delle lune galileiane maggiori influenza notevolmente le loro proprietà chimiche e fisiche, ed entrambi influenzano e sono influenzati dal particolare moto del sottile sistema di anelli del pianeta. 

Ad una distanza media di 75 RJ (compresa tra circa 45 e 100 RJ a seconda del periodo del ciclo solare) dalla sommità delle nubi del pianeta è presente una lacuna tra il plasma del vento solare e il plasma magnetosferico, che prende il nome di magnetopausa. Al di là di essa, ad una distanza media di 84 RJ dal pianeta, si trova il bow shock, il punto in cui il flusso del vento viene deflesso dal campo magnetico. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
image credit Wikipedia             il pianeta Giove: le aurore boreali             image credit NASA 

 
    Immagine ultravioletta di un'aurora gioviana ripresa dal telescopio Hubble; i tre punti sono generati, rispettivamente, dalle interazioni di Io 
    Ganimede ed Europa; la fascia di radiazione più intensa è detta ovale aurorale principale, al cui interno si trovano le "emissioni polari" 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
il pianeta Giove: le emissioni radio-magnetosferiche
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Le correnti elettriche delle fasce di radiazione generano delle emissioni radio di frequenza variabile tra 0,6 e 30 MHz, che quindi rendono Giove un'importante radiosorgente. 

Questa emissione radio è caratterizzata da flash intorno ai 22,2 MHz. Le prime analisi, condotte da Burke e Franklin, rivelarono che il periodo di queste intense emissioni di onde radio coincideva con il periodo di rotazione del pianeta, la cui misurazione fu quindi determinata con maggiore accuratezza. 

Essi riconobbero inizialmente due tipologie di emissione: i lampi lunghi (long o L-bursts), della durata di alcuni secondi, e i lampi corti (short o S-bursts), che durano poco meno di un centesimo di secondo.  

La forte modulazione periodica dell'emissione radio e particellare, che corrisponde al periodo di rotazione del pianeta, rende Giove affine ad una pulsar. 

Si tenga comunque in considerazione il fatto che l'emissione radio del pianeta dipende fortemente dalla pressione del vento solare e, quindi, dall'attività solare stessa. 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

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il pianeta Giove: le emissioni radio-magnetosferiche 

 
image credit Wikipedia (modificata)

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il pianeta Giove: la nutrita schiera di satelliti
 
Giove è circondato da una nutrita schiera di satelliti naturali, almeno 63, che lo rendono il pianeta con il più grande corteo di satelliti con orbite ragionevolmente sicure del sistema solare. 

Otto di questi sono definiti satelliti regolari e possiedono orbite prograde (ovvero, che orbitano nello stesso senso della rotazione di Giove), quasi circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta. 

I tipi di satelliti sono così suddivisi: 

    a) Gruppo di Amaltea o interno, che costituisce il gruppo di satelliti più vicino al pianeta; ne fanno parte Metis, Adrastea, Amaltea, Tebe, che sono la sorgente delle polveri che vanno a formare il sistema di anelli del pianeta.  
    b) Gruppo principale o Medicei: Io, Europa, Ganimede e Callisto), gli unici a presentare, in virtù della loro massa, una forma sferoidale.  
    c) La restante cinquantina di lune sono annoverate tra i satelliti irregolari, le cui orbite, sia prograde sia retrograde (che orbitano in senso opposto rispetto al senso di rotazione di Giove), sono poste a una maggiore distanza dal pianeta madre e presentano alti valori di inclinazione ed eccentricità orbitale.
Questi satelliti sono spesso considerati più che altro degli asteroidi (cui spesso assomigliano per dimensioni e composizione) catturati dalla grande gravità del gigante gassoso e frammentati a seguito di collisioni. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
il pianeta Giove: i satelliti galileiani 

image credit NASA      image credit NASA 

il satellite "Io" transita davanti a Giove e mostra la sua ombra sul pianeta

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il pianeta Giove: i satelliti galileiani - struttura 
 
image credit C.D.Murray & S.F.Dermott - "Solar System Dynamics - Cambridge University Press 
 
          Esiste un parametro di tipo meccanico ( c segnato ) che riesce a dare informazioni sulla struttura della densità dei galileiani ... 

              se vale 0,406 allora il satellite è omogeneo e formato di ghiaccio e roccia ( Callisto ) 
              se vale 0,378 allora si ha un nucleo metallico circondato da roccia ( Io ) 
              se vale 0,347 allora si ha un nucleo metallico, una fascia di roccia e una sottile crosta di ghiaccio ( Europa ) 
              se vale 0,311 allora si ha un nucleo metallico piccolo, una fascia di roccia media e una ampia crosta di ghiaccio ( Ganimede )
         E' una splendida riprova delle possibilità offerte dalla "Meccanica Celeste" ( non solo periodi e velocità ... ) 
 
 
 
 
 

 
 
 

 
 
il pianeta Giove: i satelliti galileiani - il vulcanesimo di Io 
 
z                                                      image credit NASA                              Approfondimento  
 
Il satellite "Io" è stato studiato a lungo per mezzo dei concetti della "Meccanica Celeste" ... le grandi maree cui è soggetto da parte di Giove hanno fatto intuire la possibilità di un nucleo fuso a causa delle dissipazioni indotte e di una possibile attività vulcanica in atto ... poche settimane dopo i filmati delle sonde spaziali hanno documentato e avvalorato questa ipotesi ... 
 
 
 
 
 
 

 
 

 
 
il pianeta Giove: i satelliti galileiani - i ghiacci di Europa 
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image credit NASA 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

 
 
il pianeta Giove: i satelliti galileiani - Ganimede 
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image credit NASA 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

 
 
il pianeta Giove: i satelliti galileiani - Callisto 
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image credit NASA 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

 
 
il pianeta Giove: i Greci e i Troiani 
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Oltre al sistema di satelliti, il campo gravitazionale di Giove controlla numerosi asteroidi, detti asteroidi troiani, che si sono stabiliti in corrispondenza di alcuni punti di equilibrio del sistema Sole-Giove (detti punti lagrangiani) in cui l'attrazione gravitazionale complessiva è nulla; in particolare, il maggiore addensamento di asteroidi si ha in corrispondenza dei punti L4 ed L5 , poiché il triangolo di forze con vertici Giove-Sole-L4 oppure Giove-Sole-L5 permette ad essi di avere un'orbita stabile. 

Gli asteroidi troiani sono distribuiti in due regioni oblunghe e curve attorno ai punti Lagrangiani, e possiedono orbite con un semiasse maggiore medio di circa 5,2 UA. 

Il primo asteroide troiano, 588 Achilles, fu scoperto nel 1906 da Max Wolf; attualmente se ne conoscono quasi 3000, ma si ritiene che il numero di troiani più grandi di 1 km sia dell'ordine del milione, quasi uguale a quello previsto per gli asteroidi più grandi di 1 km della fascia principale L'asteroide troiano più grande è 624 Hektor, con un raggio medio di 101,5 ± 1,8 km. Come la maggior parte delle cinture asteroidali, i troiani costituiscono delle famiglie. 

I troiani di Giove sono degli oggetti oscuri con spettri tendenti al rosso e privi di formazioni, che non hanno rivelato la presenza certa di acqua o composti organici. Le densità dei troiani variano da 0,8 a 2,5 × 10+3 kg•m-3. 
 

 
 
 
 
 

I Greci vittoriosi precedono i Troiani in schiavitù
 

 
 
 
 
 

I Greci se fuori dal punto di equilibrio, oscillano con moti complessi
 

 

I due punti Lagrangiani di stabilità L4 e L5, posti a ± 60° rispetto a Giove ... posizionamenti non esatti in L4 e L5 causano oscillazioni avanti e indietro lungo l'orbita di Giove, come si vede in figura ... gli oggetti nei Lagrangiani sono tanto più stabili quanto minore è la loro massa rispetto a Giove ... sono residui della formazione planetaria che hanno trovato una collocazione stabile ... 
a Giove tabellare