a Nettuno tabellare
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« Nettuno è l'ottavo e più lontano pianeta del Sistema solare, partendo dal Sole. Si tratta del quarto pianeta più grande, considerando il suo diametro, e addirittura il terzo se si considera la sua massa. Nettuno ha 17 volte la massa della Terra ed è leggermente più massiccio del suo quasi-gemello Urano, la cui massa è uguale a 15 masse terrestri, ma è meno denso di Nettuno. Il nome del pianeta è dedicato al dio romano del mare; il suo simbolo è una versione stilizzata del tridente di Nettuno. Scoperto la sera del 23 settembre 1846 da Johann Gottfried Galle con il telescopio dell'Osservatorio astronomico di Berlino, e Heinrich Louis d'Arrest, uno studente di astronomia che lo assisteva, Nettuno fu il primo pianeta ad essere stato trovato tramite dei calcoli matematici più che attraverso delle regolari osservazioni: dei cambiamenti insoliti nell'orbita di Urano lasciarono credere agli astronomi che vi fosse al di là un pianeta sconosciuto che ne perturbasse l'orbita. Il pianeta fu scoperto entro appena un grado dal punto predetto. La luna Tritone
fu individuata poco dopo, ma nessun altro
dei 12 satelliti
naturali di Nettuno
fu scoperto prima del XX secolo.
Il pianeta è stato visitato da una
sola sonda spaziale, la Voyager 2
che transitò vicino ad esso il 25
agosto 1989 »
(1) Wikipedia
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« Tutto cominciò con la scoperta di Urano da parte di William Herschel, nel marzo 1781. Inizialmente ritenuto una cometa, fu ben presto riconosciuto come un nuovo pianeta, e cominciò il lavoro degli astronomi per determinarne l’orbita il più accuratamente possibile. Ma non si può determinare un’orbita precisa usando un arco orbitale di pochi gradi, e fu così che cominciò la caccia ad osservazioni precedenti alla scoperta, nelle quali Urano fosse stato erroneamente scambiato per una stella. Nel giro di tre anni e per merito della pazienza di Johannes Bode (il titolare della omonima “legge” ... ) ne furono trovate due, la prima (dovuta a John Flamsteed) risalente addirittura al 1690. C’era quanto bastava, perché l’insieme delle osservazioni copriva un arco anche maggiore di un’intera orbita (84 anni), ma le vecchie osservazioni erano poco conciliabili con le nuove se si assumeva per Urano una semplice orbita ellittica kepleriana. Si provò allora a tener conto dell’effetto gravitazionale di Giove e Saturno, ed ebbero successo nel 1789-90 Delambre e Lalande che, in piena Rivoluzione Francese, occupandosi delle perturbazioni dovute ai pianeti maggiori riuscirono a non farsi travolgere da quelle certamente più violente che li circondavano. Anche altre “antiche osservazioni” nel frattempo scovate si accordavano bene con le tavole di Delambre, e pareva che tutto filasse alla perfezione, quando Urano parve imbizzarrirsi, e cominciò a scostarsi progressivamente dalle posizioni previste dalla teoria .... ». (2) (2) Aldo Vitagliano - rivista Coelum n° 105 - aprile 2007
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Le oscillazioni tra il 1700 e il 1780 sono dovute ai giganti gassosi. Ma il picco attorno al 1821 ha sorpeso la comunità scientifica ... solo un grande corpo massivo potrebbe perturbare così tanto Urano. Poiché fino a lui lo spazio era noto, quel corpo doveva essergli esterno ...
Era chiaro qualitativamente che il
corpo perturbante doveva essere in congiunzione
con Urano attorno al 1821
... si trattava ora di definire distanza (quindi periodo) e massa ... poteva
essere più lontano, ma più massivo ... si
scelse la distanza dettata dalla legge di
Titius-Bode ...
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« La strada giusta fu intrapresa indipendentemente da due giovani meccanici celesti, John Couch Adams, a Londra, e Urbain Leverrier, a Parigi. Entrambi lavorarono sulla ipotesi che le anomalie nell’orbita di Urano fossero dovute alla presenza di un ottavo pianeta, che, visto che non pareva perturbasse Saturno, doveva essere situato oltre l’orbita di Urano. Entrambi trovarono che questa ipotesi riusciva a mettere d’accordo le osservazioni con la teoria, con la sola eccezione dell’osservazione di Flamsteed del 1690, ed entrambi giunsero a prevedere la massa dell’ottavo pianeta, a formularne delle “orbite probabili” e a prevedere quale dovesse esserne la posizione sulla volta celeste ...». (2) Leverrier posizionò la distanza del pianeta perturbante a 36,15 Unità Astronomiche (U.A. = distanza media Terra-Sole). Le stime contemporanee ci danno invece una maggiore vicinanza: 30,12 Unità Astronomiche ... Nell'intorno della congiuzione ciò non fa molta differenza in longitudine, così che il corpo fu scoperto da Galle nella notte del 23-24 settembre 1846 entro 1° rispetto al calcolato ... Il 29 dicembre 1846 Friedrich von Struve si espresse pubblicamente in favore del nome Nettuno presso l'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo ed in pochi anni Nettuno divenne il nome universalmente accettato. (2) Aldo Vitagliano - rivista Coelum n° 105 - aprile 2007 .
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« L'unica sonda spaziale ad aver visitato Nettuno è stata la Voyager 2, nel 1989; con un sorvolo ravvicinato del pianeta la Voyager ha permesso di individuarne le principali formazioni atmosferiche, alcuni anelli e numerosi satelliti. Il 25 agosto 1989 la sonda ha sorvolato il Polo Nord di Nettuno ad una quota di 4950 km, per poi dirigersi verso Tritone, il satellite maggiore, raggiungendo una distanza minima di circa 40.000 km. Dopo le ultime misure scientifiche, condotte durante la fase di allontanamento dal gigante gassoso, il 2 ottobre 1989 tutti gli strumenti della sonda sono stati spenti, lasciando in funzione solamente lo spettrometro ultravioletto. Voyager 2 iniziava così una lunga marcia verso lo spazio interstellare, alla velocità di 470 milioni di chilometri all'anno; l'inclinazione della sua traiettoria rispetto all'eclittica è di circa 48°. Si ritiene che, al ritmo attuale, Voyager 2 raggiungerà il sistema di Sirio nell'anno 358.000 » (1). (1)
Wikipedia
L'atmosfera di Nettuno è suddivisa in due regioni principali: la bassa troposfera, dove la temperatura decresce con l'altitudine, e la stratosfera, dove la temperatura aumenta con l'altitudine; il confine fra le due, la tropopausa si trova a circa 0,1 bar ... La composizione dell'atmosfera ad alta quota è così suddivisa: Idrogeno 80% - Elio 19% - Metano 1,5% - Deuterio di Idrogeno 0,019% - Etano 0,00015%
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