Gli strati della atmosfera ...

   

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L'atmosfera è un guscio gassoso che si estende per oltre 1000 km di altezza al di sopra della superficie terrestre. Viene schematicamente divisa in cinque zone, dalla Troposfera, strato che va dalla superficie a circa 12 km di altezza, alla Esosfera che, a partire da 400 km di altezza, sfuma nello spazio interplanetario. Gli strati intermedi prendono il nome di Stratosfera, Mesosfera e Termosfera, in ordine di distanza dal suolo.

 

 


 

 

 

   
 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

  

La composizione della atmosfera

 

 

L'atmosfera terrestre è composta di azoto, per il 77% e ossigeno per il 21 %, ai quali si aggiungono, per circa il 2%, altri elementi (argon, biossido di carbonio, acqua).

L'atmosfera è parzialmente trasparente alla radiazione infrarossa (IR) e opaca alla radiazione ultravioletta (UV): quest'ultima produce quindi un riscaldamento dell'atmosfera stessa e provoca fenomeni di ionizzazione nella ionosfera, tra 200 e 400 km.

Una parte degli UV produce la dissociazione dell'ossigeno molecolare (O2) in ossigeno atomico che successivamente si ricombina a formare ozono (O3) nella ozonosfera, a circa 30 km di altezza.

La presenza di ossigeno libero (cioè non in forma di composti) è importante dal punto di vista chimico: l'ossigeno è un elemento molto reattivo e in condizioni normali si combina velocemente con altri elementi. L'ossigeno nell'atmosfera terrestre è prodotto dai processi legati alla vita.
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 
 
 
 
 
 

Il buco nell’ozono nell’Antartide ...

 

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In questo periodo si parla molto di buco dell'ozono, due ampie zone sopra le calotte polari, e in modo particolare di quella antartica, in cui si è misurata una costante diminuzione del contenuto di ozono. Per chiarire meglio il quadro complessivo, prima di parlare della sua mancanza è utile una breve descrizione dell'ozono e delle reazioni chimiche che lo coinvolgono. La quantità di ozono si misura in Dobson Unit ( DU ).

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   

Equilibrio dell’ozono nella atmosfera

 

 

 

L'ozono (O3) si forma in modo del tutto naturale nell'atmosfera: viene creato quando la radiazione ultravioletta proveniente dal Sole colpisce la stratosfera, spezzando le molecole di ossigeno (O2) in atomi (O).

L'ossigeno atomico si ricombina velocemente con le molecole di ossigeno circostanti, formando ozono. Al livello del suolo l'ozono è un pericolo in quanto rappresenta il principale costituente del cosiddetto smog fotochimico. Nella stratosfera, però, è molto utile perché assorbe una parte della radiazione ultravioletta (UV), potenzialmente dannosa. L'ozono assorbe la radiazione UV, senza peraltro distruggersi, secondo le reazioni:

 

 

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Abbondanza dell’ozono nell’atmosfera

 

 

L'atmosfera della Terra è composta da diversi "gusci": l'ozono forma un guscio nella stratosfera, più sottile ai tropici, attorno all'equatore, e più denso verso i poli.


La quantità di ozono, al di sopra di un punto qualsiasi della superficie terrestre, è misurata in "unità Dobson" (DU). Ai tropici si misurano valori di circa 260 DU mentre altrove si registrano valori più alti (fino a 300-350 DU) anche se le fluttuazioni stagionali sono abbastanza marcate.


Come si vede nella mappa in basso, la quantità di ozono stratosferico è stata molto ridotta, nell’arco di 13 anni, sopra l'Antartide e più recentemente sopra l'Artide, a causa dell'inquinamento dovuto ai CFC (Cloro Fluoro Carburi), ad alcuni composti alogeni legati ai CFC e ad ossidi di azoto (NOx).

 

 

 

 

 

 

   
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 

   

Il buco dell’ozono nell’Antartide

 

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Wikipedia 

 

Da una situazione accettabile nel 1984 si è passati ad una situazione a rischio nel 1997. A livello internazionale sono state fatte scelte importanti per contrastare questa tendenza, come per esempio non utilizzare più CFC, ma i risultati ad oggi ( 2011 ) sono deludenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 


 

Civiltà dei consumieffetto serra

 

Nel periodo immediatamente successivo alla formazione della Terra, la presenza di anidride carbonica (CO2) era quasi sicuramente molto superiore all'attuale; nel corso del tempo è stata quasi tutta inglobata nelle rocce calcaree e, in misura minore, sciolta negli oceani e utilizzata dalle piante.

La piccola quantità di CO2 stabilmente presente nell'atmosfera gioca un ruolo importante nel mantenimento della temperatura superficiale della Terra, tramite l'effetto serra.

L’attività antropica ( dell’uomo ) produce grandi quantitativi di CO2, che contribuiscono all'effetto serra, e in questo senso contribuirebbero al riscaldamento globale. Certamente in questi ultimi anni la temperatura media è andata crescendo molto velocemente. Non c'è ancora accordo completo sulle reali cause di questo Global Warming ( a partire soprattutto da dopo gli anni '60 ). Due sono le correnti di pensiero prevalenti:

  • il GW è dovuto prevalentemente a cause antropiche

  • il GW è dovuto prevalentemente a forzanti astronomiche (es. energia emessa dal Sole, raggi cosmici emessi, attività del Sole)

il problema può essere affrontato matematicamente solo con “modelliin quanto è di tipo non lineare e, sotto particolari condizioni, anche caotico. Non è vero che gli effetti si sommano linearmente, talora due forzanti contemporanee danno risultati non scontati.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

     

L'andamento della temperatura media degli oceani-continenti

 

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NOAA 

 

Il surriscaldamento ha interessato tutta la Terra, ma è stato più intenso nell'emisfero settentrionale, dove sono concentrate la maggior parte delle terre emerse, mentre nell'emisfero meridionale l'aumento delle temperature è stato più contenuto.



 

 

 

 

 

 

 

 

     

L'andamento del numero di macchie solari dal 1610 al 2000

 

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NASA

 

« I secoli compresi tra la fine del 1300 e la prima metà del 1800 sono noti come “Piccola Era Glaciale: un periodo caratterizzato da un clima assai freddo in molte regioni dell'emisfero settentrionale, compresa l'Europa e il Nord America. Le temperature medie del pianeta scesero bruscamente a causa di un indebolimento dell'attività solare, che intorno al 1600 raggiunse i valori minimi ( Minimo di Mounder ), e di un gran numero di violente eruzioni vulcaniche che, immettendo in atmosfera una gran quantità di cenere, acido solforico e polvere, ridussero ulteriomente la quantità di energia solare in arrivo » zzz credit: Mario Giugliacci, Andrea Giugliacci, Paolo Corazzon, “Manuale di Meteorologia”, Alpha Test



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



  

Riscaldamento globale il ritiro dei ghiacciai …

 

 

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È evidente il ritiro del ghiacciaio della Marmolada a distanza di appena 3 anni. Il fenomeno sta accelerando. Credit: forum.ilmeteo.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Riscaldamento globale passaggio a Nord-Ovest

 

« Per la prima volta nella storia dell'uomo, il Polo Nord è circumnavigabile.

Crolla così un mito, quello del passaggio a Nord-Ovest, che ha condizionato gli spostamenti marittimi fin dai tempi della scoperta delle Americhe.

L'apertura del passaggio a Nord-Ovest segue di poco quella del passaggio a Nord-Est, avvenuta invece nel 2005.

Quest'estate, secondo quanto affermano gli scienziati tedeschi che studiano questo tipo di cambiamenti, è la prima volta che entrambi i passaggi sono aperti contemporaneamente, rendendo di fatto il Polo Nord circumnavigabile. »

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« ... L'apertura dello stretto di Anian ( così chiamavano il passaggio gli spagnoli ) avviene infatti decisamente in anticipo rispetto alle stime effettuate dagli studiosi; si pensava infatti che la calotta polare artica sarebbe scomparsa nel 2070 ma, alla luce di questi ultimi avvenimenti, sembra più plausibile aggiustare la previsione al 2030. [ una delle cause ] del problema è … da ritrovarsi negli effetti legati al global warming, fenomeno che molti - troppi - scienziati continuano a relativizzare. »                 Z                                                                                                                                                                 Credit: GEOmedia

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