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SONDA METEOROLOGICA PHOENIX

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Nubi sopra la sonda Phoenix

Images credit: Nasa

 

Il 4 agosto 2007 dal Kennedy Space Center venne lanciata la sonda Phoenix Mars Lander, con l’ambizioso obiettivo di esplorare, per la prima volta nella storia, la superficie del Polo Nord marziano. Il 25 Maggio 2008 Phoenix ha toccato la superficie del mitico Pianeta Rosso, posizionandosi in un’area artica denominata Vastitas Borealis. Da qui, per oltre cinque mesi, ha inviato sulla Terra preziose informazioni riguardanti il suolo marziano e l’ambiente polare, regalandoci anche 151 giorni consecutivi di rilevazioni meteorologiche. Si tratta della più lunga e dettagliata serie climatica mai osservata al di fuori del Pianeta Terra. Chiunque ami la meteorologia non potrà non immaginare, leggendo i dati e le descrizioni di seguito, di trovarsi sulla superficie del Pianeta più abito dell’esplorazione spaziale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SONDA METEOROLOGICA PHOENIX: il clima marziano

 

Tra il 26 Maggio e il 27 Ottobre 2008 la Vastitas Borealis ( polo Nord di Marte ) ha palesato una temperatura massima media di -33°C ed una minima

di -83°C; valori decisamente più bassi rispetto a quelli delle estati polari terrestri. Basti pensare che la località più fredda del nostro pianeta (Vostok) in pieno inverno si attesta sui -68°C; si può stimare che Vastitas Borealis, nel pieno della stagione fredda, raggiunga una temperatura media tra i -90 e i -110°C. La giornata più fredda rilevata dalla sonda Phoenix è stata il 27 ottobre, quando il passaggio tra il semestre “estivo” e quello invernale era ormai completato: max -45°C, min -89°C. Le 24h più “calde”, invece, hanno coinciso col 27 Luglio, quanto i sensori hanno registrato -28°C e -77°C.

 

Per quanto riguarda i fenomeni atmosferici l’elemento di maggior turbolenza è stato il vento, mentre quelli che hanno contribuito a vivacizzare il paesaggio sono i stati dust devils, (piccoli mulinelli di polvere) e le nubi cristallizzate. Nei 5 mesi in esame sono stati osservati 5 dust devil, tutti concentrati tra il 13 e il 27 ottobre; anche le giornate nuvolose sono state 5, tutte caratterizzate da una copertura alta di cristalli di ghiaccio. I venti hanno raggiunto velocità massime di 24-25km/h, interessando il 70% del periodo in esame; non sono state osservate tempeste di sabbia, né raffiche superiori ai 30km/h. Se fossimo stati a latitudini più basse il gradiente termico estivo avrebbe senz’altro regalato dust storms straordinarie con venti fino a 480km/h.

 

La giornata più significativa, comunque, è stata il 9 ottobre, quando Phoenix ha osservato virghe nevose d’alta quota. Non si trattava di anidride carbonica congelata, ma proprio di minutissimi cristalli di vapor d’acqua. Infine due parole sulla pressione e sul ghiaccio d’acqua. La prima ha oscillato tra i 7.35 e gli 8.5hp, mostrando i massimi a maggio e i minimi in ottobre; questo a causa del massiccio brinamento della CO2 in corrispondenza del Polo Sud. Il secondo è apparso 3 volte, lasciando una pallida patina bianca sull’aspro suolo marziano.

 

Le ultime osservazioni meteorologiche provenienti dal Polo Nord marziano risalgono al 27 ottobre 2008. Stato termico: massima -45°C, minima -89°C; condizioni atmosferiche: sottili nubi di ghiaccio con debole tempesta di sabbia. Con questi dati si è chiusa la trionfale missione della sonda Phoenix Mars Lander, capace di stupire gli scienziati prolungando di quasi due mesi la sua permanenza sul Pianeta Rosso. Come avrete intuito, oltre ai consueti sensori astronomici e geologici, la sonda era dotata di una modernissima ed efficiente stazione meteorologica. Centralina grazie alla quale adesso possediamo la più lunga serie climatica mai registrata su suoli non terrestri.

 

 

 

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