Tipi di precipitazioni
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La neve tonda (in tedesco graupel) è una precipitazione solida, costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi, con un diametro compreso tra 2 e 5 mm; questi grani hanno forma sferica o conica e sono facilmente comprimibili; quando arrivano al suolo rimbalzano un poco e si sbriciolano facilmente.
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Tipi di precipitazioni
z
Un altro tipo di precipitazione è la grandine. I
chicchi di grandine hanno forma approssimativamente sferica e dimensioni
variabili, da quelle di un chicco di riso a quelle di un uovo. Sono costituti
da un nucleo centrale formato da un granello di polvere avvolto
alternativamente da uno strato di ghiaccio trasparente e da uno strato di
ghiaccio opaco. La grandine si forma quando le gocce di pioggia sono spinte da forti
correnti ascensionali verso l’alto in zone a temperature sottozero dove,
intercettando altre gocce d'acqua sopraffuse, ghiacciano formando ghiaccio
opaco, e poi verso il basso dove fondono in parte formando ghiaccio
trasparente. A ogni salita o discesa si forma così un nuovo strato di
ghiaccio e il chicco aumenta di dimensioni. Questo cadrà a terra quando il
peso supererà le forze delle correnti ascensionali.
Tipi di precipitazioni
Quando la condensazione delle molecole d’acqua presenti nelle
masse d’aria avviene vicino al suolo si ha la nebbia. Una
forma particolare di nebbia è la galaverna o 'nebbia
congelantesi' che si forma per sublimazione delle goccioline d'acqua su
superfici a temperatura sottozero. Nella stagione calda di notte, quando il
suolo si raffredda più velocemente dell’aria, la condensazione delle molecole
d’acqua forma la rugiada. Nelle notti invernali invece, quando si ha una forte
diminuzione della temperatura, le molecole d’acqua brinano passando
direttamente allo stato solido sul suolo o su superfici a temperatura
sottozero formando la brina costituita da piccoli cristalli di ghiaccio. Un'altra forma di
precipitazione è il gelicidio o 'pioggia congelantesi' la
quale si forma per congelamento diretto col suolo della pioggia che cade con
temperatura del suolo al di sotto degli 0°C. Infine altre forme di
precipitazione sono il vetrone e il vetrato.
Misurazione
e orografia delle precipitazioni
Le precipitazioni vengono in genere misurate utilizzando due
tipi di strumenti: pluviometro e pluviografo. Il
primo strumento consiste in un piccolo recipiente, in genere di forma
cilindrica, e dalle dimensioni standardizzate che ha il compito di
raccogliere e conservare la pioggia che si è verificata in un certo
intervallo di tempo, generalmente un giorno, sul territorio dove è
installato. In questo modo è possibile ottenere una misura
giornaliera delle precipitazioni in una data località.
Diversamente il pluviografo è uno strumento che ha il compito di registrare
la pioggia verificatasi ad una scala temporale inferiore al giorno,
attualmente sono disponibili pluviografi digitali con risoluzione
temporale dell'ordine di qualche minuto. Convenzionalmente in
Italia la pioggia viene misurata in millimetri (misura indipendente
dalla superficie). Per avere un'idea si può considerare che in
Italia piovono dai 100 mm ai 3000 mm all'anno; un
giorno di pioggia fine non porta più di 1 mm d'acqua, mentre
un temporale lungo e violento porta anche 30 mm d'acqua, con record intorno
ai 300 mm (in Italia le regioni più piovose sono il Friuli-Venezia Giulia, la
Liguria e la Campania).
Pioggia, neve e grandine tendono a distribuirsi maggiormente sui
versanti montuosi esposti alle correnti dove è favorita la risalita delle
masse d'aria umide fino alla condensazione (convezione forzata). Le
perturbazioni stesse tendono a subire azioni di blocco nei versanti sopravvento;
viceversa nei versanti sottovento i venti discendenti di caduta
favoriscono il dissolvimento delle nubi con conseguente diminuzione delle
precipitazioni (ombra pluviometrica) ed effetto fohn.
Pertanto le precipitazioni tendono ad aumentare con la quota. In Italia ad
esempio il versante tirrenico risulta essere decisamente più piovoso del
versante adriatico per la presenza dell'Appennino.
Misurazione
delle precipitazioni
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Le precipitazioni vengono in
genere misurate utilizzando due tipi di strumenti: pluviometro
( in figura ) e pluviografo.
Regimi
delle precipitazioni
Le massime precipitazioni sono intorno all'equatore (per
una fascia larga 10° di latitudine). Dall'equatore ai poli
si ha una graduale diminuzione con una eccezione tra i 45° e 55° di
latitudine dove vi è la massima attività ciclonica. Questo
secondo massimo di precipitazione è però inferiore a quello equatoriale.
Attraverso lo studio delle isoiete, ossia delle linee che
uniscono tutti i punti di uguali precipitazioni, si possono riconoscere i
seguenti regimi delle precipitazioni o regimi pluviometrici:
- Regime delle basse latitudini.
- Tipo equatoriale: senza
stagione secca e con due massimi di precipitazione (es. Amazzonia,
Guyana, Uganda).
- Tipo subequatoriale: con due
stagioni secche e due piovose (es. Congo, Etiopia).
o Tipo subtropicale: un solo
periodo di piogge violente (3-4 mesi), un lungo periodo secco (Sudan,
Senegal, Mato Grosso).
o Estate
serena e asciutta, inverno piovoso (es. Mediterraneo, California).
- Regime delle alte latitudini
Questo regime interessa la fascia latitudinale fra 43° e 60° ed è
caratterizzato dalla mancanza di una stagione secca vera e propria mentre
vi sono stagioni più o meno piovose variamente distribuite.
- Tipo continentale: piogge
estive (es. Europa centrale, Russia, Siberia, Canada).
- Tipo oceanico: piogge
sparse in tutto l'anno, portate dai venti marittimi, con un massimo in
autunno (es. Europa occidentale, Inghilterra, Scandinavia, U.S.A.
occidentali).
- Tipo di transizione: piogge in
primavera e autunno (es. Francia orientale, Italia
settentrionale).
Regimi
delle precipitazioni
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- Regime polare (oltre i 60°
di latitudine)
Precipitazioni scarse. Solo nell'Antartide nevica
abbondantemente.
Precipitazioni inferiori a 250 mm/anno. È
caratteristico delle zone tropicali ad alte pressioni.
Netta differenziazione tra
periodi piovosi e asciutti. Interessa vasti territori dell'Asia e
Australia.
o I monsoni
invernali portano tempo sereno in India, Cina
settentrionale, Manciuria.
o I
monsoni estivi portano pioggia in Birmania, Cina
meridionale, Giappone.
Effetti
delle precipitazioni sul territorio
Le precipitazioni atmosferiche assumono notevole importanza nel
compimento del ciclo dell'acqua. Ad esse, in ambito idrologico,
si dà spesso il nome di acque meteoriche le quali
comprendono oltre alle acque piovane tutte le altre precipitazioni provenienti
da eventi meteorici quali neve, grandine, rugiada, brina. Una volta cadute al
suolo le acque piovane vi si disperdono sopra penetrandovi e infiltrandosi in
profondità nei terreni permeabili per gravità o incanalandosi lungo le
depressioni formate dal suolo, oppure si depositano su di esso sotto forma di
ghiaccio in nevai e ghiacciai sulle montagne più elevate, costituendo
preziose riserve di acqua, o nelle banchise dei poli.
In seguito al progressivo scioglimento che neve e ghiaccio
subiscono in presenza di temperature superiori al punto di fusione della fase
solida dell'acqua, l'acqua allo stato liquido comincia a seguire lo stesso
percorso delle acque piovane scorrendo ed incanalandosi nel terreno e andando
così ad alimentare ruscelli, fiumi, laghi, delta ed estuari fino a
raggiungere il mare e dando luogo alla cosiddetta "circolazione
superficiale", oppure penetrando e alimentando le falde acquifere dando luogo
invece alle preziose riserve acquifere e in generale all'omologa circolazione
sotterranea, oppure infine torna direttamente in atmosfera attraverso
l'evaporazione diretta dal suolo umido e l'evapotraspirazione delle piante.
In tal modo l'acqua si rende disponibile alla biosfera alimentando
vegetazione superficiale e mondo animale.
Effetti
delle precipitazioni sul territorio: la “foresta vergine”
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L'acqua alimenta la vegetazione
superficiale e il mondo animale. Nella foresta vergine, in
particolare, si ha molta biodiversità.
Effetti
delle precipitazioni sul territorio
Le acque meteoriche rivestono notevole interesse in
svariate discipline tecniche legate all'Ingegneria Idraulica:
- Idrologia e idrografia
- Idrogeologia e geotecnica: basti
pensare al ruolo fondamentale che il ruscellamento delle a. m. assume
sui terreni carsici. Interagendo con la microflora vegetale e batterica
si arricchisce in CO2, diviene aggressiva nei confronti dei
substrato calcareo e va ad incrementare il fenomeno carsico
- Approvvigionamento
idrico delle
comunità umane, in quanto elemento primo per la vita degli esseri
viventi. In aree a rischio desertificazione è importantissimo
accumularle in invasi superficiali o in cisterne. Per scopi più in
generale acquedottistici la loro misurazione interviene nella
progettazione delle opere di captazione, dalle dighe alle opere di presa
direttamente dai corsi d'acqua.
- Regimazione delle acque
di pioggia al
fine della gestione dei deflussi in ambito urbano relativamente alla
progettazione e costruzione delle fognature bianche nei centri
urbani ad andamento planimetrico pianeggiante, soggetti a frequenti
allagamenti e ad una adeguata progettazione dei profili stradali
(cunette, tombini, ecc.) nei centri urbani collinari o montani in cui le
elevate pendenze creano altri tipi di problemi
- Agricoltura: lo studio
degli afflussi meteorici è fondamentale al fine di programmare idonei
interventi in ambito agrario.
Nell'ambito dell'inquinamento ambientale le precipitazioni
assumono un'importanza fondamentale per via della loro azione
di lavaggio dell'atmosfera da aerosol e sostanze inquinanti quali
il particolato atmosferico esercitando così un'azione di mitigazione naturale
in situazioni di particolare inquinamento dell'aria come nel caso delle
grandi città e aree metropolitane.
Modifica
delle precipitazioni
Sfruttando le conoscenze sulla genesi delle nubi e delle precipitazioni
è stato possibile tentare di modificare il tempo atmosferico
modificando artificialmente alcuni tipi di nubi per ottenere, come
risultato finale, un aumento delle precipitazioni. Ad esempio è possibile
alterare l’equilibrio di nubi sopraffuse facendo in modo che compaiano al
loro interno cristalli di ghiaccio che crescono per differenza di tensione di
vapore saturo con l'acqua sopraffusa: Tali cristalli di ghiaccio si possono
ottenere con:
- l'introduzione di palline
ghiaccio secco (ovvero anidride carbonica allo stato solido) che abbassa
la temperatura della nube fino al punto in cui i cristalli possono
originarsi direttamente dalle gocce sopraffuse. La nube, in tal caso,
subisce una deformazione visibile alla sommità dove è stato rilasciato
il ghiaccio secco.
- l'introduzione di
particelle di ioduro d'argento in grado di fungere come germe
cristallino per le gocce sopraffuse (da cui l'espressione di "semina
delle nubi"). Infatti, sullo ioduro d’argento si forma una
sottilissima pellicola d’acqua dello spessore di qualche molecola che,
disponendosi in una struttura solido-cristallina simile al ghiaccio,
solidifica costituendo il basamento del cristallo di ghiaccio. Lo
ioduro d’argento è efficace sotto i -5 °C e, rispetto al ghiaccio secco
che deve essere introdotto nella nube per mezzo di un aereo, ha il
vantaggio di poter essere sparso anche dal suolo: ad alte temperature
infatti volatizza e, portato in alto dalle correnti ascensionali,
condensa poi in tante piccole particelle al diminuire della temperatura.
In parte solo la luce diretta fa perdere a tali particelle la loro
efficacia.
Con la genesi di cristalli artificiali, cioè con la diminuzione
di acqua sopraffusa nella nube, si pensa di poter ridurre anche la formazione
di grossi chicchi di grandine durante le grandinate. Analogamente
è stato possibile alterare l'equilibrio delle nubi calde (con
temperatura superiore al punto di fusione) con l’immissione nella
nube di nuclei salini giganti e di acqua polverizzata sui quali le goccioline
di nube possano più facilmente formarsi e svilupparsi. Per provare la reale
efficacia di tali metodi, ovvero che si registri un effettivo aumento delle
precipitazioni, si fa uso di strumenti puramente statistici, ma i relativi
calcoli mostrano tuttavia una piuttosto debole efficacia.