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Gli anni della formazione
in Colombo - socio fondatore Barbieri
ing. Giampiero - Pighin
La formazione di Giuseppe
Colombo si è orientata fin dagli
inizi verso la “meccanica celeste”
… è questo un campo dove si tende a dare ragione della dinamica
sia a livello orbitale che a livello di stabilità locale di un satellite
artificiale o di un corpo celeste.
L’armamentario base per lo studio di questi fenomeni
è dato dalla conoscenza di Keplero
e Newton per le prime stime provvisorie
… di Newton applicato mediante integrazione
numerica a corpi con “forma fisica particolare”
e a tutto lo schieramento di studi e semplificazioni in prima approssimazione
per l’analisi di scambi di energia tra
corpi principali e minori …un sottocaso
è naturalmente una profonda dimestichezza con le equazioni
differenziali …
Colombo è un sognatore,
ma non uno sprovveduto, è il lancio del primo
Sputnik in orbita gli fa da elemento di
garanzia che ciò che gli frulla in mente è probabilmente
alla portata della tecnologia del momento.
Gli anni della formazione
in Colombo
Mi viene in mente una
bellissima contrapposizione, quella tra Galilei
e Colombo
…
Galilei, nel
suo sogno copernicano ed eliocentrico, non è mai riuscito ad uscire
da una “meccanica tutta terrestre”
…lo dimostra in modo emblematico la sua concezione dell’inerzia … se potessi
stendere un nastro privo di attriti su un cerchio massimo della Terra,
una palla spinta lì sopra ruoterebbe attorno al globo all’infinito
…
Colombo, invece,
ha « una
mentalità capace di spogliarsi del modo tradizionale di affrontare
i problemi in chiave terrestre »
(1)… ne
sono testimonianza tutta la sterminata quantità di studi dedicata
al sistema “Tethered”,
o satelliti a filo dove si possono compiere azioni e sfruttare energie
che hanno validità solo nello spazio …
Ancora, i satelliti
lanciati nello spazio sono soggetti ad una quantità di perturbazioni
e di instabilità locali, quali
nutazioni, cambiamenti di orientamento … ma Colombo
è ben attrezzato per dare una risposta
… le sue basi sono quelle che gli hanno consentito di accedere alla cattedra
di “meccanica delle vibrazioni”
all’università di Padova … conoscenze di ambito terrestre vengono
immediatamente trasferite per inferire su problematiche spaziali.
Colombo è anche uomo di fede,
che si è formato all’oratorio parrocchiale … alcune persone conserveranno
per sempre la sua amicizia come, per esempio, Luigi Gui politico di primo
piano nelle file della Democrazia Cristiana.
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L'avventura americana - la
stabilità dei satelliti
Il sapere del nostro cresce e la corsa allo spazio
è iniziata … egli deve trovare l’occasione
di un incontro con i grandi della Nasa
in America, ma da uomo prudente non forza … sarà l’amicizia con
Giuseppe Jacchia,
conosciuto all’università di Genova … Jacchia è un appassionato
osservatore del cielo che saprà coniugare lo spazio con la geofisica
… un’altra delle cose che stanno a cuore del nostro …
Jacchia da un certo momento lavora allo HCO (Harvard
College Observatory) di Cambridge … l’incontro
di Jacchia e
Colombo a Genova
alla fine degli anni cinquanta consentirà la sua presentazione al
SAO ed alla successiva proposta di collaborazione … ciò che convince
il management del SAO è l’esperienza che Colombo dimostra nella
comprensione e nella soluzione di problemi di stabilità di satelliti
artificiali nello spazio … egli dimostrerà nel corso della collaborazione
« che
le oscillazioni di temperatura del satellite e altre anomalie elettromagnetiche
sono la causa delle variazioni delle velocità angolari misurate
dagli strumenti di bordo » (1)
Un’altra problematica cui egli dà una risposta
è la supposta esistenza, come elementi perturbanti, di polveri ammassate
nell’intorno dei punti di stabilità lagrangiani L4 ed L5 dell’orbita
terrestre … Colombo
affronta il problema con tutta la sua esperienza di “meccanico
dello spazio” e riesce a dimostrare, calcoli
alla mano, che la stabilità in questi punti è così
piccola da poter escludere la presenza di nubi di polveri perturbanti …
« Le rivelazioni
dei satelliti, perciò, non sono corrette e devono essere interpretate
in altro modo ».
(1)
La risonanza 3:2 spin-orbita
di Mercurio
Un altro grande amico sarà Irwin
Shapiro, astrofisico, con cui istaurerà
sterminate disanime sui problemi più svariati …Shapiro
sta osservando con tecniche radar Venere e Mercurio
allo scopo di verificare la corrispondenza con la relatività generale
(RG) di Einstein … altri, come Gordon Pettingil
e Rolf Dyce
stanno utilizzando le misure del radiotelescopio di Arecibo per analizzare
nel dettaglio il moto di rotazione di Mercurio
…
Ciò che si evince dal misurato è
che il periodo di rotazione è di circa 59
giorni, contro gli 88 fino ad allora ritenuti
ragionevoli (si supponeva infatti che avrebbe dovuto avere un assetto di
risonanza come quello della Luna … essa mostra la stessa faccia alla Terra,
e allora Mercurio avrebbe dovuto mostrare la stessa faccia al Sole) … ma
le misure di Arecibo danno un riscontro diverso …
Naturalmente Colombo
viene a conoscenza dei 59 giorni misurati, e subito
gli balza alla mente la possibilità di una risonanza esatta
3:2 spin-orbita
… ma non si ferma qui, ipotizza uno scenario di cattura e le condizioni
sotto cui la risonanza diventa stabile …
bisogna solo ipotizzare una leggera dissimetria
assiale del pianeta … scrive
un articolo storico assieme a Shapiro
…
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Gli anelli di Saturno e le
risonanze ...
Abbiamo introdotto il concetto di “risonanza”
che diventa una parola chiave per leggere
il pensiero di Colombo
ed interpretare i suoi studi teorici, tra cui quelli sugli anelli di Saturno
…
La base del lavoro è fornita dalle risultanze
sempre migliori dei nuovi telescopi …
« la grande
divisione nell’anello C corrisponde ancora una volta ad un effetto di risonanza
generato dai movimenti della grande luna Titano, costantemente avvolta
da uno spesso strato di nubi ».
(1)
« Già
nel 1976 si era riscontrata un’asimmetria fotometrica nell’anello A e si
era suggerito che dipendesse da particelle di grandi dimensioni bloccate
in modo sincrono negli anelli. Colombo capì che era improbabile
e pensò che fosse invece dovuta al raggruppamento gravitazionale
di piccole particelle negli anelli stessi. Questa ipotesi è ora
accettata come la spiegazione più credibile e rappresenta la prima
prova ottenuta dall’osservazione delle onde di densità negli anelli
». (1)
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Ogni "solco",
una diversa "risonanza"
con qualche satellite ... |
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La sonda Mariner 10 ...
Durante un simposio dedicato alla progettazione
del volo di Mariner 10, Colombo
propone di approfondire la possibilità di effettuare tre
passaggi vicino a Mercurio mediante tecniche
di “gravity assist”,
ma si sentì obiettare: «
Potrebbe accadere solo per un colpo di fortuna »
(1) …
Ma egli aveva altre convinzioni e le espresse
in modo molto deciso, al punto che si procedette ad una
accurata simulazione computeristica, che
dimostrò la bontà del suo
asserto.
Erano i tempi in cui il carburante a bordo impegnava
ancora troppo spazio e peso e la sua innovazione,
“meccanica spaziale e non terrestre”,
superava questo limite.
Si sarebbero potuti svelare alcuni misteri relativi
per esempio alla straordinaria densità di Mercurio rispetto a quella
di satelliti della sua taglia, come per esempio Luna, Ganimede e Callisto.
La storia collisionale di questo pianeta
sarebbe diventata nota, consentendo di
meglio capire le dinamiche del disco protoplanetario che ha dato origine
al tutto.
Tecnicamente, dopo il lancio dalla Terra, Mariner
10 farà un effetto fionda con Venere,
subito dopo uno con Mercurio
e poi ancora due volte con Mercurio
a distanza di due orbite esatte di quest’ultimo. Quindi lo si sarebbe rincontrato
nella stessa configurazione spaziale a causa della risonanza
3:2 spin-orbita.
Mariner 10 sorvolerà Mercurio la prima
volta ad una distanza di appena 705
chilometri e la terza volta addirittura
a 327 chilometri
… tutto ciò permetterà di misurare un debole campo magnetico
la cui forma e consistenza sarà poi approfondita con la missione
MESSENGER.
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Un momento del tragitto di Mariner
10, poco dopo il 1° "fly-by"
con Mercurio |
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L'avventura della cometa di
Halley ...
Alla fine degli anni Settanta è in atto
una serie di discussioni sulla possibilità di avvicinamento
ad una cometa con lo scopo di riprendere
la forma e le altre caratteristiche misurabili del nucleo. Solo la sua
grande esperienza di meccanica celeste potrà fare sì che
questa diventerà «
Una missione frutto dell’immaginazione di Bepi Colombo ».
(1)
Il veicolo spaziale si dirigerà verso la
cometa e rilascerà una sonda più piccola verso di essa …
Colombo denominerà
la missione “Giotto”,
ricordando come questo grande pittore abbia rappresentato il passaggio
della cometa di Halley del 1301 su un immemorabile dipinto “L’adorazione
dei Magi”.
Dare la precedenza alla missione Giotto rispetto
a quella Hipparcos sarà una delle grandi conquiste di Colombo in
Europa …
Ma la missione non si presenta affatto semplice
… la navicella dovrà affrontare
l’urto meccanico con tutto il particellato rilasciato dalla cometa,
con grande rischio per la sua stessa integrità … verranno predisposti
due scudi, uno plastico ed uno di alluminio
per smorzare gli effetti degli impatti.
« Per la
missione Giotto oltre agli aspetti del lungo viaggio siderale secondo gli
opportuni binari, lo scienziato studia i complessi movimenti di nutazione
cui può essere soggetta la sonda per prevenirli ed eliminarli prima
che diventino fonte di problemi ».
(1)
Giotto, dopo un viaggio di quasi una unità
astronomica (circa 150 milioni di chilometri) si
avvicinerà al nucleo della cometa fino a 596 chilometri,
poi i guasti definitivi impediranno ulteriori misure.
La forma del nucleo è “a
patata”,
cosa che oggi è di dominio comune anche per molti altri corpi minori,
e da molti punti ci sono emissioni di materia
nello spazio, che il Sole rende brillante.
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Nucleo della Cometa
di Halley "a
patata" con le tipiche emissioni di materia
nello spazio |
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Conclusioni ...
Bepi Colombo è
stato un uomo molto legato alla famiglia,
che lo ha supportato tra molti sacrifici nelle sue infinite peregrinazioni
tra Europa ed America … uno dei suoi grandi
sostegni è stata la fede che ha
sempre coltivato con assiduità …
Quest’ultima, in modo indiretto, ha forgiato il
suo carattere riservato
e, questo è un mio parere, gli ha insegnato per analogia la costanza
nel perseguimento degli obiettivi.
Tutto ciò è testimoniato dalla incomprensibile
scarsità di documentazione fotografica
che lo riguarda … certo non era un carattere
alla Einstein … ma persone che lo hanno
conosciuto me lo hanno rappresentato come una persona godibilissima … ecco
come lo ricorda Riccardo Mazzella,
un suo studente:
« Devo
dire che a più di 30 anni di tempo i miei ricordi sono molto vaghi.
Io ero uno studente di Astronomia, forse al secondo o terzo anno, non ricordo.
La cosa che mi affascinò di Bepi
era la semplicità con cui ci spiegava cose molto complesse.
Ci faceva capire come risolvere problemi
di meccanica celeste con idee che anche alla Nasa sembravano eccellenti.
In quel periodo lui collaborava ad un progetto spaziale e le sue idee permisero
di sfruttare ripetuti passaggi della stessa navicella attorno a Mercurio.
Era un modo di sfruttare al massimo la missione.
»
È nel silenzio che spesso sono ottenute
le cose migliori e più grandi … grazie
Bepi …
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(1) |
Giovanni Caprara, "Più
lontani nello spazio" - Sperling &
Kupfer Editori - Milano - 2006
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