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Eddington: il Sole devia la luce secondo Eintein 
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traduzione da: 

IX.  A determination of the Deflection of the Light by the Suns Gravitational Field, 
          from Observations made at the Total Eclipse of May 29, 1919. 

By Sir F. W. DYSON, F.R.S., Astronomer Royal, Prof. A. S. EDDINGTON, F.R.S., 
And Mr. C. DAVIDSON 

(Communicated by the Joint Permanent Eclipse Committee) 

received October 30, - Read November 6, 1919 

Indice degli argomenti 

I. Scopo della spedizione      z 
II. Preparativi per la spedizione 
III. La spedizione a Sobral        z 
z                         IV. La spedizione a Principe  ( non riportata )    z 
V. Conclusioni generali            z 

 
 
 
 

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Tre sono le possibili soluzioni

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« 1. Lo scopo della spedizione era quello di determinare quale effetto, nel caso ci sia, è prodotto da una campo gravitazionale sul percorso di un raggio di luce che lo attraversa. 
A parte possibili sorprese, appaiono esserci tre alternative, ed è particolarmente auspicato discriminare tra: 
 

(1)

Il percorso non è influenzato dalla gravitazione 
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(2)

L’energia o massa della luce è soggetta alla gravitazione allo stesso modo della materia ordinaria. Se la legge di gravitazione è strettamente quella Newtoniana, ciò conduce ad uno scostamento apparente di una stella vicino al margine del Sole ammontante a 0”•87 verso l’esterno. 
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(3)

Il percorso del raggio di luce è in accordo con la teoria della Relatività Generale di Einstein. Ciò conduce ad uno scostamento apparente di una stella vicino al margine del Sole ammontante a 1”•75 verso l’esterno. 

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In entrambi gli ultimi due casi lo scostamento è inversamente proporzionale alla distanza della stella dal centro del Sole, essendo lo scostamento (3) giusto il doppio di quello secondo (2). 

Si può notare che sia in (2) che in (3) sono in accordo nel supporre che la luce è soggetta alla gravitazione nello stesso modo della materia comune 

La differenza è che, mentre la (2) assume la legge di Newton, la (3) assume la nuova legge di gravitazione di Einstein. 

La deviazione rispetto alla legge di Newton, quella che con Einstein causa un eccesso di moto del perielio di Mercurio, effetto che diventa amplificato all’aumentare della velocità, fino a raggiungere il valore limite della velocità della luce, causa il raddoppio della curvatura del raggio..» 
 
 
 
 
 
 

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Le ipotesi si affinano col passare del tempo

« 2. Lo scostamento (2) era stato dapprima suggerito dal prof. Einstein  nel 1911, essendo la sua congettura basata sul Principio di Equivalenza, i.e., che un campo gravitazionale è indistinguibile da un campo spurio di forze prodotte da un’accelerazione nell’asse di riferimento. 

Ma a prescindere dalla validità del generale Principio di Equivalenza ci sono ragioni per pensare che la energia elettromagnetica di un raggio di luce sia soggetta alla gravitazione, specialmente dopo che è stato provato che l’energia di radioattività contenuta nell’uranio è soggetta alla gravitazione. 

Nel 1915, pertanto, Einstein ha trovato che il Principio di Equivalenza richiedeva una modifica della legge di gravitazione di Newton, e che questa nuova legge conduce allo scostamento (3). 

3. L’unica opportunità di osservare queste possibili deflessioni è consentita da un raggio di luce di una stella che passi vicino al Sole (la massima deflessione di Giove è solamente di 0”•017). È evidente che l’osservazione deve essere fatta durante una eclissi totale di Sole. 

Immediatamente dopo la prima congettura di Einstein, il problema è stato affrontato dal Dr. E. Freundlich, che ha provato a raccogliere dati da lastre già esistenti di eclissi; ma non è riuscito ad assicurarsi materiale a sufficienza. 

Tentativi erano stati fatti da vari osservatori per testare gli effetti, ma essi fallirono per le nuvole e altre cause. Dopo l’apparizione della seconda congettura di Einstein, la spedizione del Lick Observatory tentò di osservare l’effetto alla eclisse del 1918. 

Le conclusioni finali non sono ancora state pubblicate. Alcune anticipazioni di una discussione preliminare sono state fornite, ma l’eclisse non era favorevole, e dalle informazioni pubblicate gli errori accidentali erano grandi, così che l’accuratezza era insufficiente per discriminare fra le tre alternative..»

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 Lo scostamento non può essere dovuto alla rifrazione della corona ...

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« 4. I risultati delle osservazioni qui descritti puntano molto decisamente a favore della terza alternativa, e confermano la teoria della Relatività Generale di Einstein. 

Come è ben noto la teoria è altresì confermata dal moto del perielio di Mercurio, il quale eccede il valore Newtoniano di un valore pari a 43” per secolo – un ammontare praticamente identico a quello deducibile dalla teoria di Einstein. 

D’altra parte, la sua teoria predice uno spostamento per il rosso delle linee di Fraunhofer per un ammontare di circa 0,008 Å nel violetto. Secondo il Dr. St. John  questo scostamento non è confermato. Se questa non corrispondenza fosse da considerarsi definitiva, necessiterebbero considerevoli modifiche alla teoria di Einstein, il che è al di fuori del nostro tema di discussione. Ma, sia che modifiche siano richieste, oppure no, in altre parti della teoria, appare assodato il fatto che la legge di gravitazione di Einstein fornisce il vero scostamento dalla legge Newtoniana sia per il moto relativamente lento del pianeta Mercurio che per quello veloce della luce. 

Appare chiaro che l’effetto qui riscontrato deve essere attribuito al campo gravitazionale del Sole e non, per esempio, alla rifrazione della corona. Se vogliamo avere un effetto da rifrazione della corona pari al valore osservato, il Sole deve essere circondato da materiale con indice di rifrazione pari a 1+0,00000414/r, dove r è la distanza dal centro del Sole in termini di raggi solari. 

Alla distanza di un raggio solare dalla superficie il necessario indice di rifrazione vale 1,00000212, corrispondente a quello dell’aria a  di atmosfera, idrogeno a  di atmosfera, o elio a  di atmosfera. Chiaramente densità simili sono assolutamente fuori questione..» 
 
 
 
 
 

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Preparativi per la spedizione

« 5.  Nel marzo 1917 è stato osservato, come risultato della analisi delle foto scattate con il Greenwich Astrographic Telescope durante la eclissi del 1905, che questo strumento era adatto alla fotografia di stelle che circondano il Sole durante una eclisse totale. 

Attenzione è stata posta alla importanza di osservare la eclisse del 29 maggio 1919, poiché appariva particolarmente favorevole a causa dell’inusuale numero di stelle brillanti nel campo, cosa che non sarebbe più accaduta per molti anni a venire. 

Con condizioni atmosferiche buone come quelle a Sfax durante la eclisse del 1905 – e non erano del tutto perfette – si poté affermare con anticipo la visione di dodici stelle. 

Le loro posizioni sono indicate nel diagramma nella prossima pagina, su cui sono anche tracciate nella stessa scala i bordi della lastra 16 x 16 cm (usata con i telescopi astronomici di 3,43 metri di lunghezza focale) e quella 10 x 8 pollici (usata con una lente da 4 pollici e di 19 piedi di lunghezza focale). 

Possiamo notare che la No.1 si è persa nella corona nelle foto scattate a Sobral. La stella No. 13, di magnitudine 8•0 si vede in alcune esposizioni di Sobral. » 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Le stelle visibili durante l'eclisse del 29 maggio 1919 
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Dove si manifesterà l'eclisse del 29 Maggio 1919 ...

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« 6. La traccia della eclisse corre dal Nord del Brasile attraverso l’Atlantico, fino alla scarpata della costa Africana presso Capo Palmas, attraversa l’isola di Principe, quindi passa sulle coste occidentali del lago Tanganica. 

Domande sui luoghi più adatti e sulle probabili condizioni atmosferiche sono state gentilmente poste da Mr. Hinks. 

È apparso che una postazione nel Nord del Brasile, l’isola di Principe in Africa, e un sito a ovest del lago Tanganica fossero possibili. 

Una stazione presso Capo Palmas non è sembrata desiderabile a causa dei bollettini meteorologici sebbene, e i fatti confermano, che l’eclisse fu vista in un cielo privo di nubi dal prof. Bauer, che si trovava là per osservare gli effetti del campo magnetico. 

Alla stazione di Tanganica il Sole sarebbe stato troppo basso in altezza per una osservazione di questo tipo, a causa dei grandi spostamenti che avrebbero potuto essere causati dalla rifrazione. 

Una circolare ricevuta dal Dr. Morize, il direttore dell’Osservatorio di Rio, affermava che Sobral era il sito più adatto nel Nord del Brasile e forniva copiose informazioni sulle condizioni meteorologiche, sui modi di accesso ecc ..  » 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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 Eclisse totale di Sole del 29 maggio 1919 
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z ( simulazione:  planetario software "perseus" ) 

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I preparativi e le infinite precauzioni necessarie ... 
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« 7. Agendo sulla base di queste informazioni, il Joint Permanent Eclipse Committee ad un incontro del 10 novembre 1917 decise, se possibile, di mandare una spedizione a Sobral nel Nord del Brasile e una all’isola Principe. Il Government Grant Committee ha fornito un finanziamento di 100 sterline per gli strumenti e di 1000 sterline per la spedizione, e un sub-committee formato da Sir F. W. Dyson, prof. Eddington, prof. Fowler e prof. Turner è stato istituito per provvedere alla spedizione. 

Questo sub-committee si è riunito in maggio e giugno del 1918, e ha provveduto soluzioni provvisorie per il prof. Eddington e Mr. Cottingham per prelevare le lenti del telescopio di Oxford e portarle a Principe, e per Mr. Davidson e Padre Cortie per prelevare le lenti del telescopio di Greenwich e portarle a Sobral. Si è provveduto ai motori di inseguimento affinché fossero revisionati da Mr. Cottingham. 

Indagini preliminari sono state fatte sui percorsi a piedi e sui mezzi di spedizione, dalle quali è emerso molto problematico decidere se la spedizione avrebbe potuto essere portata a termine. 

La situazione è letteralmente cambiata nel novembre 1918, e in una riunione del sub-committee del giorno 8 novembre si decise di assemblare gli strumenti a Greenwich, costruire gli imballi necessari in tutta fretta, per gli osservatori che stavano partendo dll’Inghilterra per la fine di febbraio 1919. In aggiunta alle lenti prese dal telescopio da 16 pollici, Padre Cortie ha suggerito al sub-committee di usare il telescopio da 4 pollici con 19 piedi di lunghezza focale, che egli aveva usato a Hernosand, Svezia, nel 1914, assieme allo strumento da 8 pollici appartenente alla Royal Irish Academy. Si è deciso di chiedere in prestito questi strumenti. Poiché Padre Cortie non disponeva del tempo necessario per la spedizione, il suo posto è stato preso dal Dr. Crommelin del Royal Observatory. 

8. Nel novembre 1918 l’unica forza lavoro disponibile al Royal Observatory era costituita dal meccanico, il carpentiere perché non aveva ancora finito il periodo di leva. In questa situazione Mr. Bowen, l’ingegnere civile presso il Royal Naval College, è stato consultato. Egli, molto gentilmente, si impegnò per la costruzione di capanne coperte con tela, che potevano essere facilmente impaccate e trasportate. Esse erano simili a quelle usate in missioni precedenti dal Royal Observatory (vedi Monthly Notices, vol. LVII, p.101). Egli inoltre prese a prestito i servigi di un addetto che aveva lavorato all’Osservatorio sulla parte in legno degli strumenti.  » 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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I preparativi e le infinite precauzioni necessarie ... 
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« È stato possibile avere tubi di acciaio per gli obiettivi astronomici. Questi erano, per comodità di trasporto, fatti di due sezioni che potevano essere unite assieme. I tubi erano provvisti di due flangie, una a ciascuna estremità, e l’obiettivo si ancorava ad una di esse, e la culatta di legno all’altro. Nella culatta erano predisposti comandi opportuni per la messa a fuoco e per la messa a registro delle lastre fotografiche. I contenitori delle lastre era di costruzione semplice, e permettevano di porla a contatto con tre viti regolabili poste sulla culatta che assicuravano pertanto la costanza del piano focale. Ricevemmo diciotto porta lastre per ogni telescopio, costruiti secondo istruzioni assegnate. 

Padre Cortie, assieme al telescopio da 4 pollici, ci prestò il tubo quadro di legno da lui usato nel 1914. Esso era stato modificato nella culatta al fine di assicurare la massima rigidità e costanza di fuoco. 

Erano stati progettati contenitori di protezione dalla luce capaci di contenere le lastre 10 x 8 pollici, e quattro di essi, contenenti otto lastre, furono presi a prestito assieme al telescopio. Il desiderio di usare lastre di maggiore formato è stato preso in considerazione, ma il tempo a disposizione per fare le necessarie varianti sarebbe stato insufficiente. 

Il telescopio da 16 pollici, revisionato da Mr. Cottingham, fu montato e provato per quanto consentito dalle sfavorevoli condizioni del febbraio 1919. il telescopio da 8 pollici era costruito per quelle latitudini. Per renderlo utilizzabile all’equatore si è costruito un robusto cuneo sul quale lo strumento era fissato. Lo specchio da 8 pollici è stato argentato presso l’osservatorio. A causa della mancanza di mezzi per mantenere la temperatura uniforme intorno ai 60° F nel clima invernale di febbraio, gli specchi più grandi sono stati spediti altrove per l’argentatura. 

Lastre fotografiche, ben sigillate in scatole stagne, sono state ricevute dalla Ilford e dalla Imperial Company. Le lastre Ilford utilizzate erano “Special Rapid & Empress”, e quelle della Imperial Company “Special Sensitive, Sovereign & Ordinary”. 

Gli strumenti sono stati imballati con cura e mandati a Liverpool con una settimana di anticipo, ad eccezione degli obiettivi. 

Questi erano imballati in contenitori con distanziatori e sono rimasti sotto la cura personale degli osservatori, che si imbarcarono sulla “Anselm” il giorno 8 di marzo. »

 
 
 
 
 
 

L'installazione e la messa a punto ... 
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« 10. ... l’ippodromo del Jockey Club , e fu attrezzato con un grande stand, che noi trovammo comodissimo per sballare, immagazzinare e per tutto il lavoro preparatorio. Tracciammo una linea meridiana, dopo di ciò sostegni in mattone furono realizzati per il celostato e per il tubo di acciao del telescopio. Mentre questi lavori procedevano, si stava erigendo la capanna. 

La struttura in mattoni del piccolo celostato fu costruita in modo da avere a disposizione spazio libero al mezzo di un estremo per la discesa dei pesi, che stavano sotto al sostegno dei motori da inseguimento. Continuando il buco sotto la fondazione di mattoni, si ricavò uno spazio sufficiente per una discesa dei pesi che permettesse un funzionamento di 25 minuti. Nel caso del celostato da 16 pollici, il motore fu montato alla estremità di un lungo tronco di legno, circa 4 piedi in lunghezza, che fu piazzato ad una estremità,e che penetrava sotto terra ad una profondità di circa 2 piedi. Il peso discendeva all’interno del tronco direttamente dal motore, e e aveva uno spazio di corsa continua per oltre mezz’ora. 

Il celostato da 16 pollici aveva aggiustamenti mobili per la latitudine; ma quello da 8 pollici, costruito per le latitudini europee, fu montato su una base di legno, inclinata di un angolo di circa 40°, costruita prima di partire da Greenwich. Il motore è stato separato dal celostato, montato su una base di legno e rovesciato, per adattarlo all’Emisfero Meridionale. Ha lavorato in modo molto soddisfacente, e non si sono riscontrati spostamenti nelle immagini delle stelle [“striciate”] con 28” di esposizione. 

Per provvedere alla variazione di declinazione del Sole, i mattoni del telescopio sono stati dotati di supporti in alto sui quali il cuneo di legno poteva scorrere, permettendo perciò il cambio si azimut. 

Il tubo del telescopio era a sezione circolare, e poteva rimanere fermo in ogni posizione del Vs; per convenienza si è disposto in modo che la direzione della A.R. e quella della declinazione fossero parallele alla superficie della lastra fotografica; questo ha necessitato l’inclinazione del contenitore delle lastre di circa 4° sull’orizzontale.  » 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

L'installazione e la messa a punto ... 
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« Le lenti da 4 pollici sono state tenute come ausilio; abbiamo usato il tubo quadrato di legno, 19 piedi in lunghezza, originariamente utilizzato da Padre Cortie a Hernosand nel 1914, assieme con il contenitore di lastre da 10 x 8 pollici. Uno studio sulla posizione delle stelle ha mostrato che sette di esse potevano essere fotografate ruotando la lastra di 45°. Il tubo fu piazzato pertanto alla sua inclinazione, sul grande cuneo di legno preparato per ospitare il tubo; il tutto era appoggiato su un robusto tavolato di legno. 

La messa a fuoco fu inizialmente fatta su Arcturus, usando un oculare adattato con una lente al cobalto (in seguito il supporto della lastra e l’obiettivo di vetro sono stati calibrati per la perpendicolarità all’asse). 

Furono fatte una serie di esposizioni, variando leggermente il fuoco in modo da coprire una zona abbastanza ampia. L’esame delle foto ha mostrato immediatamente che c’era un serio problema di astigmatismo legato alla forma dello specchio a 16 pollici del celostato. Inserendo uno stop a 8 pollici il problema è stato grandemente ridotto, e questo stop è stato da allora usato sempre; ma il difetto era di una tipologia tale che era chiaro che avremmo dovuto permanere a Sobral e ottenere lastre di confronto del cielo della eclisse in luglio quando il Sole ne sarebbe stato lontano. 

Il fuoco del 4 pollici fu determinato in modo analogo. Le immagini, sebbene superiori a quelle dell’altro, non erano del tutto perfette, e anche qui erano richieste lastre di confronto nel mese di luglio. Una volta che il fuoco fu deciso, la culatta fu fissata con viti accuratamente per evitare successivi movimenti. 

Un piccolo numero di lastre del campo attorno ad Arcturus sono state prese, ma non mai utilizzate. »

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L'installazione e la messa a punto ... 
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« 12. Nonostante la generale scarsità di acqua, noi eravamo fortunatamente situati, e ne abbiamo gustato, presso una illimitata sorgente di buona acqua posizionata presso la casa. Questo è stato un gran privilegio durante le operazioni fotografiche. Il ghiaccio era inottenibile, ma l’uso di ventilatori per l’acqua fu possibile ridurre la temperatura a circa 75° F, e, lavorando solo di notte, o prima dell’alba, lo sviluppo delle lastra fu relativamente agevole. 

Abbiamo usato formalina per irrobustire il film, e quindi minimizzare effetti di distorsione dovuti all’ammollimento del film nella soluzione tiepida. Eravamo provvisti di due tipi di lastre, ma divenne evidente dalla foto scattate e sviluppate prima della eclisse che uno di questi tipi era non adatto al clima torrido, e decidemmo di usare un solo tipo di lastre fotografiche. 

Nel riprendere le foto sperimentali abbiamo notato che i motori e il celostato erano molto sensibili al vento. Avevamo buoni motivi per temere le raffiche di vento durante la totalità, così come era già accaduto durante altre eclissi; e le condizioni del nostro sito sembravano rendere ciò particolarmente probabile, e allora schermi protettivi furono eretti attorno all’apertura della capanna in ogni punto dove possibile senza interferire col campo di vista. Fortunatamente una grande calma di vento prevale nei momenti critici. Gli schermi proteggevano anche le parti sporgenti del tubo telescopico dal Sole diretto. 

La prestazione del celostato da 16 pollici era insoddisfacente nei confronti del motore guida. C’era una davvero evidente oscillazione nella immagine sullo schermo con periodo 30 secondi. Per questo motivo le esposizioni furono accorciate, in modo da moltiplicare il numero delle esposizioni nella speranza che qualcuna cadesse presso un punto di stazionarietà.  » 
 

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Arriva il giorno fatidico ... 
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« 13. Il mattino della eclisse la giornata era alquanto nuvolosa rispetto alla media, e la percentuale di nuvole era stimata attorno a i 9/10 al momento del primo contatto, quando il Sole sarebbe stato invisibile; esso apparve pochi secondi più tardi mostrando una piccolissima invasione della Luna, e ci furono vari brevi intervalli di sereno durante la fase parziale che ci permisero di posizionare l’immagine del Sole nella corretta posizione sulla lastra, e di dare una regolazione definitiva alla velocità dei motori di inseguimento. 

Come ci avvicinammo alla totalità, la percentuale di nubi diminuì, e una grande spazio pulito raggiunse il Sole attorno a un minuto prima del secondo contatto. 

Avvertimenti furono dati 58s., 22s. e 12s. prima del secondo contatto osservando la durata della sparizione della falce sulla lastra. 

Quando la falce scomparve fu gridata la parola “go” e fu fatto partire un cronometro dal Dr. Leocadio, che parlava al decimo battito durante la totalità, e i tempi di esposizione furono registrati sulla base di questi battiti. Ce ne furono 320 in 310 secondi; correzioni furono prese per questa velocità nei tempi registrati. 

Il programma pianificato si concluse con successo, 19 lastre furono esposte nel telescopio astrografico con una cadenza di 28 secondi. 

La regione attorno al Sole era libera da nuvole, eccetto che per un intervallo di circa un minuto al centro della totalità quando ci fu una velatura da parte di una nube tenue, che impedì la ripresa delle stelle, sebbene la corona più interna rimanesse visibile alla vista e le lastre esposte in quei momenti mostrano ciò con grande eccellenza e definizione. 

Le lastre rimasero nel loro contenitore fino allo sviluppo che fu attuato dopo un conveniente spazio di tempo durante le ore notturne dei giorni successivi, e si completò il 5 giugno. »

 
 
 
 
 

Si sbaracca, si parte, ma si ritorna per le lastre di paragone ... 
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« 15. Il 7 di giugno, avendo completato lo sviluppo, lasciammo Sobral per Fortaleza, ritornano poi il 9 luglio con lo scopo di assicurare lastre di paragone del campo della eclisse. 

Prima della partenza smontammo gli specchi e i motori di guida che furono portati al riparo in casa per evitare l’esposizione alla polvere. I telescopi e il celostato furono lasciati “in situ”. 

Prima di rimuovere gli specchi marcammo tal posizione nelle loro celle così che potessero essere rimontati esattamente nella stessa posizione. 

Dopo il nostro ritorno a Sobral gli specchi e i motori furono rimontati. 

Le foto del campo della eclisse furono iniziate il mattino dell’11 luglio (tempo civile). 

La difficoltà di trovare il campo con il celostato è stata superata ponendo un ruvido cerchio orario sulla testa del celostato circondato da carta millimetrata. 

17. Il micrometro del Royal Observatory non è adatto per la comparazione diretta di lastre di questa misura. 

Si è deciso pertanto di misurare ciascuna lastra piazzando, lato film con lato film, un’altra foto della stessa zona, rovesciata in quanto scattata attraverso le lenti. Una foto per questo scopo fu scattata il 18 luglio. 

Questa lastra è stata considerata come intermediaria tra le foto della eclisse e le lastre di paragone ed è stata assunta come una lastra per tarare la scala, essendo usata semplicemente come sorgente di punti di riferimento. In tutti i casi le misure sono state riferite a questa lastra.  » 
 

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Conclusioni generali 
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« 39. Riassumendo i risultati delle due spedizioni, la importanza maggiore va assegnata a quelli ottenuti col telescopio con lenti da 4 pollici a Sobral. Dalla superiorità delle immagini e dal numero più abbondante di esposizioni si è potuto riconoscere che queste sono quelle che sono più affidabili. Ancora, la corrispondenza dei risultati derivati indipendentemente da ascensione retta e declinazione, e l’accordo con i residui delle stelle individuali, forniscono un più soddisfacente test sui risultati, altrimenti non possibile con quelli ottenuti dagli altri strumenti. 

Queste lastre hanno dato: 

    per la declinazione      1”,94 
    per l’ascensione retta  2”,06 

il risultato dalla declinazione pesa circa due volte quello dalla  ascensione retta, e pertanto la media vale 1”,98 ± 0”,12. 

Le osservazioni a Principe sono state in generale disturbate dalle nubi. Le circostanze sfavorevoli sono state forse in parte compensate dal vantaggio di temperature estremamente uniformi nell’isola. 

La deflessione ottenuta vale 1”,61 ± 0”,30  (così che il risultato ha molto minor peso del precedente). 

Entrambi i risultati tendono al valore di deflessione di 1”,75 secondo la teoria della relatività di Einstein, i risultati di Sobral in modo netto, e quelli di Principe con qualche incertezza. 

Rimangono le lastre astrogafiche di Sobral che danno una deflessione di 0”,93, discordanti di un quantità ben al di là di eventuali errori accidentali. Per le ragioni già descritte in dettaglio, poco peso è assegnato a queste misure.  » 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il grafico di Eddington ...

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« Le evidenze sono riassunte nel seguente diagramma, che mostra gli scostamenti radiali delle singole stelle (valori medi tra tutte le esposizioni) rappresentati in funzione del reciproco della distanza dal centro. Lo scostamento in accordo con la teoria di Einstein è indicato da una linea spessa azzurra, quello in accordo con la gravitazione di Newton con una line punteggiata, e quello dalle Osservazioni con una linea sottile. » 
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Le misurazioni di Eddington sono affidabili ? .... 
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La precisione originale tuttavia sembrava modesta. 

Dyson et al. sottolinearono un ottimistico grado di incertezza nelle loro misure, che taluni hanno asserito essere stato affetto da errori sistematici e anche da atteggiamenti di pregiudizio, sebbene moderne rivisitazioni dei dati suggeriscano che l’analisi di Eddington sia stata accurata(*) 

Una considerevole incertezza sulla qualità delle misure rimase per quasi cinquanta anni, fino a che le osservazioni non furono fatte a frequenza radio. 

Solo negli anni 1960 fu definitivamente mostrato che l’ammontare della deflessione era esattamente quello previsto dalla relatività generale, e non la sua metà. 



(*) un mio semplice studio sugli scostamenti dichiarati e la dimensione fisica dell’immagine mostra che Eddingnton per misurare circa 1 secondo d’arco di deflessione (stella n°2 e stella n°3) avrebbe dovuto misurare sulla lastra 0,02 mm su una distanza di parecchi centimetri. 

In pratica era richiesta la precisione del centesimo di mm. « Una stella distante due raggi dal centro del disco solare ad esempio, tenuto conto che i telescopi principali avevano una lunghezza focale di circa 3,5 metri, per effetto della deflessione avrebbe variato la sua posizione sulla lastra fotografica di appena 0,01 millimetri! »       (l'Astronomia - n° 296) 

Addetti ai lavori mi dicono che con microscopio e slitte micrometriche tale misura appare possibile. Gli scanner moderni non hanno problemi a distinguere il micron.

 

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