Teoria della Luna - Prima ineguaglianza | |
Il libro IV dell'"Almagesto"
è dedicato alla teoria «elementare» della Luna,
cioè a dire, ad un semplice modello cinematico che assume la Luna
moventesi (con moto retrogrado) su un epiciclo che si muove (con moto diretto)
su un deferente, nel cui centro è posizionato l'osservatore.
Questo modello dovrebbe essere l'esatto equivalente cinematico del modello del moto del Sole, se non per due particolarità che sono caratteristiche della teoria della Luna: |
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a) | la linea degli apsidi dell'orbita lunare ruota (con moto diretto) |
b) | l'orbita lunare, i.e. il piano comune del deferente e dell'epiciclo, è inclinato rispetto all'eclittica. Dal momento che, tuttavia, il valore dell'angolo di questa inclinazione è piccolo (5°), esso sarà ignorato nel computo della longitudine. Le latitudini possono essere calcolate indipendentemente con lo stesso metodo utilizzato per la declinazione solare. |
La teoria «elementare»
del moto della Luna è indubbiamente il contributo più grande
della astronomia teorica ereditato da Tolomeo dai suoi predecessori. Tuttavia,
una attenta analisi dei fondamenti su cui la teoria classica era costruita
lo ha condotto a significativi miglioramenti numerici e metodologici.
La teoria sviluppata fino a questo momento si basa sui dati ottenuti dalle eclissi lunari. Nel libro V dell'Almagesto è mostrato che le longitudini lunari diverse da quelle alle sizigie non sono rappresentate con sufficiente accuratezza e che esiste una «seconda anomalia» del moto lunare che dipende dalla elongazione della Luna rispetto al Sole. Questa anomalia è zero alle sizigie, così che la teoria «elementare» del libro IV rimane valida per la teoria delle eclissi. La scoperta della seconda anomalia, in termini moderni conosciuta come «evezione», ha avuto una influenza di vasta portata sulle tecniche degli antichi e sugli astronomi medioevali attraverso l'invenzione di Tolomeo di eccentrici mobili per mezzo dei quali egli ha successo nel descrivere correttamente le deviazioni osservate rispetto alla teoria elementare. Come conseguenza di questi raffinamenti nella teoria del moto delle posizioni lunari, sono stati forniti i più accurati dati conoscibili per la determinazione delle posizioni vicine di pianeti e stelle fisse. In effetti i parametri della teoria della Luna sono derivati dalle eclissi perché solo per mezzo della teoria solare le coordinate eclittiche sono note con sufficiente accuratezza. Ciò illustra la decisiva importanza dei modelli teorici e della loro correlazione con (in ordine) Sole, Luna, Pianeti e Stelle fisse (le quali, a loro volta, influenzano la determinazione delle coordinate sia siderali che tropicali), una importanza di gran lunga maggiore del ruolo giocato dalle osservazioni individuali. Questo sbilanciamento tra strutture teoretiche e osservazioni dirette divenne ancora più accentuato nei tempi successivi a Tolomeo e rimane una caratteristica di tutta la astronomia pre-telescopica. Nel capitolo 1 del libro IV Tolomeo spiega che solo le eclissi lunari sono utili per la determinazione delle longitudini lunari perché sono indipendenti dalla parallasse. Il capitolo 2 dà un breve riassunto storico concernente la determinazione delle relazioni fondamentali tra i periodi dei moti lunari, seguito da una discussione critica del metodo per la determinazione della durata del periodo anomalistico. Il capitolo 3 deriva i valori numerici dei differenti moti medi, che sono quindi tabulati nel capitolo 4. Tolomeo eredita da Ipparco i seguenti parametri: |
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a) | Mese Sinodico Medio: 29;31,50,8,20 giorni |
b) | 251 Mesi Sinodici = 269 Mesi Anomalistici |
d) | 5458 Mesi Sinodici = 5923 Periodi di Latitudine |
d) | in sessagesimali: 4,11 Mesi Sinodici = 4,29 Mesi Anomalistici |
e) | in sessagesimali: 1,30,58 Mesi Sinodici = 1,38,43 Periodi di Latitudine |
Abbiamo visto come la
anomalia solare fosse stata determinata dalla astronomia Greca partendo
dalla diseguaglianza delle stagioni. Non esiste un metodo altrettanto semplice
nel caso della Luna a causa del suo corto periodo anomalistico di circa
27,5 giorni. E' difficile immaginare un via alternativa rispetto a quella
di scoprire la variabilità della velocità lunare mediante
l'osservazione giorno per giorno del procedere della Luna rispetto alle
stelle fisse. La esistenza di tali osservazioni è abbondantemente
attestata dai «Diari Babilonesi» del periodo Persiano
e Seleucidico; non è pertanto sorprendente trovare valori molto
accurati della lunghezza del mese anomalistico, integrati nella computazione
delle effemeridi Babilonesi.
Che i parametri Babilonesi fossero noti a Ipparco
è evidente dalla introduzione storica di Tolomeo al libro IV dell'Almagesto.
Per lui il problema sorge nel testare questi parametri Babilonesi e nell'ottenere
valori, il più accurati possibile, per il moto medio anomalistico.
Tolomeo ritiene che solo le eclissi lunari siano sufficientemente accurate
per la determinazione delle longitudini lunari.
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Teoria della Luna - Seconda ineguaglianza | |
Come abbiamo visto nella sezione
precedente, la determinazione degli elementi caratteristici della teoria
della Luna sono stati derivati dalle osservazioni delle eclissi. In particolare
i valori Babilonesi e di Ipparco per il moto medio in longitudine, anomalia
e latitudine avevano a loro disposizione quasi sei secoli di memorizzazione
di eclissi. Non è pertanto sorprendente che sia Ipparco che Tolomeo
trovino buona corrispondenza tra i dati predetti e quelli osservati per
le eclissi di Luna.
In altre parole il modello «elementare» a epicicli che produce la prima ineguaglianza dimostra di essere soddisfacente per quanto riguarda la predizione delle eclissi. Ma, come sappiamo dalla introduzione al capitolo 2 del libro V dell'Almagesto, Ipparco trovò significative deviazioni rispetto alle longitudini predette per le posizioni lunari che non siano associate alle sizigie, in particolare vicino alle quadrature. Apparentemente, tuttavia, queste discrepanze erano troppo irregolari sia come valore che come posizione, al punto di non permettere a Ipparco di costruire un quadro teoretico autoconsistente del moto della Luna. Tolomeo, consapevole di queste deviazioni, intraprende uno studio sistematico delle evidenze osservative e riesce nel compito di scoprire la struttura di queste perturbazioni. Tale studio deve aver coinvolto una grande quantità di lavoro di calcolo, dal momento che egli non avrebbe potuto raggiungere le sue conclusioni senza calcolare in ogni singolo caso le longitudini medie di Sole e Luna, la anomalia lunare e gli effetti delle componenti longitudinali sulla parallasse lunare. La struttura che Tolomeo deriva dai dati numerici si riassume nelle seguenti asserzioni: |
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1) | assenza di deviazioni (o al limite deviazioni entro valori giustificabili dalla parallasse) alle sizigie |
2a) | assenza, o solo piccole deviazioni alle quadrature, sotto le condizioni che la Luna sia simultaneamente vicino allo apogeo o al perigeo dell'epiciclo |
2b) | massima deviazione alle quadrature quando, contemporaneamente, la Luna è vicina alla massima equazione causata dalla anomalia dell'epiciclo |
Tolomeo ha realizzato che esattamente
questo tipo di discrepanze dalla teoria elementare si sarebbero spiegate
mediante un aumento del raggio dell'epiciclo alle quadrature, rispetto
a quello delle sizigie, come preventivamente confermato dalle eclissi.
Ma una variazione dinamica nella misura dell'epiciclo avrebbe contraddetto lo spirito dei modelli cinematici della astronomia Greca, tuttavia, lo stesso effetto si sarebbe potuto ottenere spostando l'epiciclo vicino all'osservatore alle quadrature, aumentando così in modo apparente la sua dimensione. Conseguentemente Tolomeo impone al deferente della orbita lunare un moto eccentrico indipendente, relazionato con la elongazione rispetto al Sole. Alle congiunzioni e alle opposizioni il centro C dell'epiciclo rimane alla sua distanza originale pari a 60 rispetto all'osservatore O, mentre alle elongazioni pari a 90° e 270° la distanza OC deve essere ridotta al valore richiesto dal massimo incremento osservato della equazione dell'epiciclo. Il dispositivo cinematico inventato da Tolomeo per ottenere una tale periodica variazione di distanza consiste in un meccanismo tipo biella-manovella. L'effetto prodotto da questo innovativo modello sulla longitudine della Luna, non gestita dal modello «elementare», è nota come «seconda ineguaglianza» e comunemente identifica quello scostamento periodico che nella moderna dinamica celeste è conosciuto come «evezione», al quale Tycho Brahe ha aggiunto un altro termine, la «variazione», che raggiunge il suo massimo tra le sizigie e le quadrature, essendo nulla in quei punti. Un termine simile occorre anche nel modello di Tolomeo del moto lunare. informazioni tratte da: O. Neugebauer - "A History of Ancient Mathematical Astronomy" - Springer editore |
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