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Il sapere dell’uomo antico
è ispirato ad una visione sacrale del cosmo
La tendenza da sempre insita nella specie umana,
di razionalizzare e dare un senso a tutto
ciò che lo circonda spinse i nostri
antenati a collegare fra loro le stelle del firmamento, per creare
figure, miti e leggende con cui spiegare i fenomeni astronomici e naturali,
quasi a volerne dominare le cause e gli effetti, ispirandosi ad una visione
sacrale del cosmo per la quale il fenomeno è una manifestazione
dell’UNO da cui tutto deriva e tutto si fonda.
Le civiltà del passato,
dall’America all’Estremo Oriente, hanno immaginato eroi, potenze cosmiche
o semplicemente strumenti e segni della volontà divina e scrissero
miti sulle costellazioni visibili dalla loro latitudine.
Quelle ufficializzate e riconosciute universalmente
fino ai giorni nostri derivano principalmente da Babilonesi, Egizi e Greci.
Quando osserveremo la volta celeste nelle notti
buie, ci accorgeremo che, tranne poche eccezioni, ci
vuole molta fantasia per riconoscere negli allineamenti di stelle di una
costellazione la figura della quale portano il nome,
ma capiremo che tra di loro hanno un legame e che le loro storie si sono
intrecciate.
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