Storia del Servizio Fari Italiano

 

 

Il Re Vittorio Emanuele II istituì la "Reale Commissione dei Porti, Spiagge e Fari" il 12 Maggio 1868.

E' questo il primo documento ufficiale riguardante la regolamentazione del segnalamento marittimo italiano e uno dei primi atti compiuti all'indomani dell'unità nazionale.

 

 

 

 

L'Istituto Idrografico della Marina è stato fondato con Regio Decreto il 26 Dicembre 1872 ed è uno degli organi cartografici dello Stato, come il Catasto, il Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche, l’Istituto Geografico Militare e il Servizio Geologico.

L’Istituto ha sede a Genova e dipende dal Ministero della Difesa, svolge attività di rilevamento marittimo, di formazione del personale e di produzione della documentazione nautica ( Manuale dell’Ufficiale di Rotta, Carte nautiche, Portolani, Effemeridi Nautiche, Elenco Fari, Tavole di Marea, ecc )

 

 

 

 

Nel 1876 l'Ufficio Centrale Idrografico della Regia Marina pubblicò il primo elenco completo dei fari italiani.

A questa pubblicazione seguì la richiesta presso il Ministero dei Lavori Pubblici, da parte del direttore dell'Istituto Idrografico (Comandante Magnaghi), per l’istituzione di un Ufficio Tecnico cui affidare la suprema direzione di tutto il Servizio Fari e Segnalamenti Marittimi. La sua richiesta non venne accolta.

A quel tempo, la situazione in cui si trovava la rete del segnalamento marittimo in Italia era davvero poco felice, tanto che, nel 1879 la questione fu posta al parlamento. Quello che ne seguì fu la nomina di una Commissione straordinaria per il riordinamento dei fari e fanali con il mandato di proporre i miglioramenti da introdursi nell'illuminazione delle coste.

Nel 1881 la Reale Commissione dei Porti, Spiagge e Fari ratificò la prima stesura di un programma organico di interventi relativo alla segnalazione delle coste del Regno. Venne inoltre finanziata una vasta opera di costruzione di oltre 100 nuovi segnalamenti.

Nel 1885 viene istituita la prima legge in materia di Fari e Segnalamenti marittimi, la n. 3095 del 2 aprile, con la quale viene redatto il "Programma organico dei fari nazionale” affidato al Consiglio Superiore del Ministero dei Lavori Pubblici.

Nel 1887 La Direzione Generale Opere Idrauliche del Ministero dei Lavori Pubblici pubblicò una seconda edizione dell' “Elenco Fari e Fanali Italiani".

 

 

1890. L'ammiraglio Magnaghi scrive la sua "Relazione intorno al servizio dei fari e segnali marittimi", nella quale è unita la "Proposta di un nuovo ordinamento” che viene ispirato al modello in uso in quegli anni negli Stati Uniti. Tutti i problemi della nostra rete erano causati, principalmente, da difetti della Amministrazione che non aveva praticamente nulla di quelle straniere e in particolare di quella degli U.S.A. presa come esempio. Il Ministero dei Lavori Pubblici manterrà la gestione dei fari fino al 1910.

L’Ammiraglio Giovan Battista Magnaghi, nato nel 1839 a Lomello ( PV ), è stato un valente Ufficiale della Regia Marina, oceanografo, scienziato, progettista. Nel 1874, con il grado di Capitano di Fregata, assunse la direzione dell’Istituto Idrografico della Marina e lo portò a livelli eccellenti. Quando, nel 1888, venne promosso Ammiraglio, lasciò l’Istituto e divenne deputato per due legislature e successivamente senatore. Si spense a Roma nel 1902.

 

 

Nel 1896 il Ministero dei Lavori Pubblici commissiona, con un regio decreto, il riordino di tutta la materia per il tramite di una nuova Commissione Straordinaria Ministeriale. Questo è il secondo programma, che potremmo definire organico, organico a partire dal 1881, sempre redatto attraverso la Regia Amministrazione Centrale dei Fari e Segnalamenti Marittimi delle Coste Italiane appartenente al Ministero dei Lavori Pubblici.

 

 

Nel 1910 avvenne un fatto che scatenò l’orgoglio nazionale: il Portolano inglese riportava in calce : “I fari e i segnalamenti marittimi lungo le coste del Regno d’Italia non danno affidamento alcuno per cui i naviganti si regolino di conseguenza ... Seguì una interpellanza parlamentare e vennero varate due leggi la n° 2 e la n. 75 del 1910, con le quali si unificavano i servizi marittimi nelle mani della Regia Marina. ”

Con il decreto 568 del 17 luglio 1910 si dispose così il passaggio del Servizio Fari e Segnalamenti Marittimi dal Ministero dei Lavori Pubblici al Ministero della Marina, lasciando all'amministrazione dei Lavori Pubblici, oggi Ministero delle Infrastrutture, soltanto la costruzione e le riparazioni straordinarie dei fari. La data ufficiale del passaggio del Servizio Fari alla Regia Marina, con il Regio Decreto n. 294, venne fissata definitivamente per il 1° Luglio 1911.

 

 

 

 

A seguito di questo passaggio iniziarono molte opere di ammodernamento del Servizio sia in termini di organizzazione che sul piano tecnologico.

Il 2 luglio 1915 la Regia Marina riorganizzò completamente il servizio con il decreto luogotenenziale n. 1240, con il quale venne istituito per la prima volta l’Ispettorato dei Fari e dei Segnalamenti Marittimi, la cui sede nazionale fu indicata in Napoli.

La nuova organizzazione prevedeva enti semplici e snelli, scevri da legami con altri servizi; con capacità di gestione ed intervento anche nei punti più remoti ed isolati delle nostre coste, in modo da garantire alla navigazione una sicura opera di vigilanza e di protezione.

 

 

 

 

L’intero territorio del Regno d'Italia fu suddiviso in 8 zone denominate "Comandi Zona Fari", in cui erano comprese anche le colonie. Al Comando di ciascuna zona era preposto un Capitano di Vascello il quale provvedeva all’andamento del servizio nel tratto di costa di competenza della sua zona.

Spettava all’ Ufficio tecnico dei fari, ubicato all’interno dell'Arsenale di Napoli, l'incarico di studiare i progetti relativi agli apparecchi e congegni dei fari e degli altri segnali marittimi, di pronunciarsi sulle proposte di nuovi apparecchi da parte delle case produttrici, di eseguire contratti e collaudi approvati dal Ministero e di provvedere alle trasformazioni e alle riparazioni importanti degli apparati esistenti oltre anche agli studi e alle esperienze che avessero lo scopo comunque di migliorare la tecnica dei fari.

Il 22 luglio 1915 con il Decreto Regio n. 1240 viene approvato anche il primo regolamento militare per il Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo. Fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale l'Italia compì il massimo sforzo nel portare il livello del segnalamento delle nostre coste a quello dei paesi più progrediti in questo campo, come l'Inghilterra e la Francia.

Notevoli furono le migliorie apportate sia da un punto di vista della qualità del servizio, grazie all'ammodernamento di un gran numero di impianti, che dal punto di vista numerico visto che nel 1916 si passò ad avere 512 segnali contro gli appena 50 del 1861.

1940-1945. La guerra comportò un pesante tributo in termini di distruzioni e devastazioni per tutto il patrimonio dei fari e segnalamenti marittimi in genere che, all’epoca, erano considerati siti di rilevante interesse strategico.

Nel 1946, nell’immediato dopoguerra, la Marina Militare organizzò nuovamente la Divisione Fari e con l'aiuto esecutivo del Ministero dei Lavori Pubblici, per mezzo del suo Dipartimento Opere Marittime, istituì un programma generale di ricostruzione e ammodernamento dell’intera rete.

1946-1965. I lavori di recupero dei fari danneggiati si affiancarono alla costruzione di alcuni altri, ex novo; proseguirono ininterrottamente fino al 1965.

 

 

Il 31 dicembre del 1966, dopo l'avvenuta rigenerazione operativa del servizio, venne istituito l’Ispettorato dei Fari e del Segnalamento Marittimo alle dirette dipendente dal Capo di Stato Maggiore della Marina di stanza a Roma e avente l'ausilio dell'Ufficio Tecnico dei Fari di base nell'Arsenale Navale di La Spezia. La rete fu suddivisa nelle seguenti zone di pertinenza:

La Spezia :       Alto Tirreno
La Maddalena:
Sardegna
Napoli :             
Basso Tirreno
Messina :          
Sicilia
Taranto :           
Ionio e Basso Adriatico
Venezia :          
Alto Adriatico e Adriatico Centrale

Ognuna di queste zone veniva assegnata ad un Comando Zona Fari, con dipendenza operativa dal rispettivo Alto Comando Periferico della Marina e funzionale (per gli aspetti tecnici e logistici) dall’Ispettorato dei Fari, con il compito principale di gestire la segnaletica marittima di pertinenza ivi compresa la manutenzione ordinaria dei manufatti con personale civile e militare.

L’Ufficio Tecnico dei Fari, direttamente alle dipendenze dell'Ispettorato, con sede a La Spezia ebbe invece il compito di eseguire in tutt’Italia le riparazioni di maggiore entità o straordinarie, oltre a utilizzare i propri laboratori ed officine per effettuare riparazioni, collaudi, sperimentazioni e ricerche.

 

 

 

 

 

 

 

Dal mese di giugno 1998 l'Ispettorato per il Supporto Logistico e dei Fari con sede a Roma, attuale organo di vertice del Servizio Fari, ha incorporato l'ex Ispettorato dei Fari costituendo il 4° Reparto Fari.

Dal 30 aprile 2013 , l’Ispettorato con la medesima struttura organizzativa è stato rinominato : Comando Logistico della Marina Militare