(traduzione dell’articolo della rivista Regenerazione)
Per la maggior parte dei contemporanei, l’Orloj
è un documento ricco di conoscenze tecniche, astronomiche e matematiche
grazie all’astrolabio ed è una presentazione pubblica di un’opera
artistica per merito del calendario dorato
di Mánes e di uno spettacolo regolare,
non troppo inventivo, gratuito di burattini.
Ridurre l’Orloj
ad una qualsiasi cosa delle predette, oppure a tutte queste è un
errore grande.
L’Orloj
è un elemento importante di quello che – spesso inconsapevolmente
– chiamiamo Praga magica.
Racchiude una parte del suo segreto e con esso
ne forma un complesso organico.
Tutta la costruzione rispecchia
attraverso il linguaggio dei creatori l’unicum:
l’unità dell’universo
e dell’uomo e
della loro reciproca relazione.
Affinché si possa capire questo messaggio dei simboli, vi è
sufficiente solo un’attenzione scrupolosa e uno sfondo storico.
Perché chi potrebbe pensare di cercare
sull’Orloj
praghese i simboli della mitologia greca?
E chi si aspetterebbe in mezzo dell’Europa cristiana
un ingrandimento in pietra di quattro figli del dio
antico Horus, il simbolo dei proseliti
egiziani? Tuttavia sull’Orloj
ci sono.
È impressionante, come la
notizia dei misteri antichi, scolpita nella pietra
nel centro città sia sempre attuale. |